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I socialisti europei contro Bibi: "Causa morti e guerra"

Ma la posizione non è comune all'interno del gruppo

I socialisti europei contro Bibi: "Causa morti e guerra"

Redazione Ansa

STRASBURGO - Nessuna risoluzione da votare, diversi esercizi di equilibrio negli interventi in aula, la mesta ammissione di un'Europa divisa e assente: il ricordo del 7 ottobre ha creato più di un grattacapo alle istituzioni comunitarie. Bruxelles e il Parlamento Ue si sono uniti senza distinguo alla condanna dell'antisemitismo e della strage di Hamas. Ma è sul dopo che la politica europea ha fatto fatica a non dividersi. In un tweet, è toccato Iratxe Garcia Perez, presidente del gruppo dei socialisti Ue, farsi portavoce di un malessere piuttosto diffuso nei corridoi comunitari. "Israeliani tenuti in ostaggio, 40mila palestinesi uccisi, Gaza distrutta e il Medio Oriente in guerra: questa è l'eredità di Netanyahu", ha detto la capogruppo. La stilettata di Garcia Perez, invero, non rappresenta la posizione di tutto il gruppo socialista.

Il Pd, a sua volta spesso non compatto sul conflitto in Medio Oriente, si è espresso con parole nettamente più prudenti. E nel corso della commemorazione del 7 ottobre, in apertura della plenaria, la sensazione è che i principali gruppi della maggioranza - che hanno delegato membri non graduati ad intervenire - abbiano evitato di scontrarsi. Cosa che invece potrebbero fare nel dibattito sul Libano in programma domani. La cerimonia, presenti le famiglie di alcuni ostaggi, è stata aperta con le dure parole - "l'orrore del 7 ottobre vivrà nell'infamia" - della presidente Roberta Metsola. L'alto rappresentante Josep Borrell fino a poche ore prima non aveva ufficializzato la sua presenza in rappresentanza della commissione. Alla fine, davanti ad un'aula semivuota, è intervenuto cercando di mascherare il suo disaccordo con la strategia del governo israeliano. "Non esistono vittime buone e cattive, in guerra le vittime civili sono tutte eguali", ha sottolineato, lamentando che ad opporsi alla soluzione dei due Stati "è una delle due parti in causa".

L'alto rappresentante non ha potuto nascondere un dato: "la tragica assenza" dell'Ue sul conflitto mediorientale. Bruxelles, ha spiegato, è stata tanto attiva sul fronte degli aiuti umanitari quanto inerme sul piano politico, dividendosi alle Nazioni Unite. Nel frattempo, "i morti continuano ad aumentare. Per questo è importante avere delle prese di posizione come quella del presidente Macron" sull'embargo alle armi a Israele, ha osservato. Ad incendiare l'aula ci ha pensato il capogruppo dei Patrioti Jordan Bardella, accusando l'Europa di aver finanziato Hamas.

"Aspetto le prove domani, le porti, o ritiri l'accusa: la politica non è calunnia", ha sbottato Borrell in sede di replica. Sulla guerra in Libano e la recente escalation sull'Iran l'Eurocamera non ha previsto voti. Ci sarà solo il dibattito, con il possibile scontro tra socialisti e popolari, con questi ultimi supportati nelle loro posizioni sul Medio Oriente dalle destre. L'Ue sarà costretta a muoversi come in una cristalleria anche al vertice dei leader del 17 e 18 ottobre, che avrà il Medio Oriente tra i dossier principali e che sarà preceduto dal summit tra Unione e Paesi del Golfo. Un appello al cessate il fuoco e alla de-escalation ci sarà. Ma ci sono diversi aspetti che rischiano di spaccare il Consiglio europeo, dalla posizione sugli attacchi di Israele in Libano a quella sull'Iran. Le divisioni emerse nella maggioranza Ursula sono le stesse che da tempo spaccano le capitali Ue.

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