(di Sabina Rosset)
(ANSA) - BRUXELLES, 19 OTT - Elezioni presidenziali cruciali
per i moldavi, chiamati anche ad esprimersi con referendum per
fissare nella costituzione il percorso verso l'Ue della
Moldavia. In gioco, il posizionamento geopolitico del Paese e il
suo futuro.
Per la Moldavia sono le elezioni più importanti
dall'indipendenza nel 1991. Dopo una lunga oscillazione tra il
posizionamento filo-russo e filo-occidentale, con l'avvio della
guerra, nella piccola repubblica (è poco più grande della
Lombardia, e ha 3,5 milioni di abitanti) è scattata anche
un'accelerazione del percorso verso l'Europa. A tappe forzate,
dopo aver accettato la candidatura all'Ue nel 2022, a giugno di
quest'anno la Commissione europea ha aperto i negoziati di
adesione. I risultati del voto potrebbero ora consolidare la
traiettoria occidentale o lasciare la Moldavia in un limbo
creando ulteriore instabilità nell'area.
Il 4 ottobre la polizia moldava ha dichiarato che gruppi
criminali con il sostegno della Russia sono intenzionati a
interrompere il voto con azioni che vanno fino al tentativo di
sequestrare le istituzioni statali. Stando al capo della
polizia, nel mese di settembre Mosca ha cercato di comprare il
'no' al referendum sull'Ue di oltre 130mila elettori moldavi,
grazie ad Ilan Shor, oligarca moldavo filo-russo, fuggito dal
Paese dopo il furto nel 2014 da tre banche moldave di un
miliardo di dollari (il 12% del Pil). Shor si è mosso ad esempio
tramite il canale Evrazia che, spuntato su Telegram appena sei
mesi fa, ha martellato i moldavi con propaganda anti-Ue e
filo-russa, incoraggiandoli a identificarsi come eurasiatici,
ovvero non europei. Da quanto emerso da ultimo, oltre a
dedicarsi all'agit-prop, Evrazia avrebbe incanalato nel Paese
anche il denaro di Shor, 15 milioni di dollari, per comprare il
voto dei moldavi. Pochi giorni fa Telegram ha chiuso il canale,
e gli account di altri soggetti a lui vicini, inclusi alcuni
deputati. Eterno tema di instabilità nell'area resta poi la
Transnistria, regione secesionista di fatto in mano ai
separatisti filo-russi, ma non riconosciuta dai Paesi dell'Onu,
per cui resta territorio moldavo. Qui sono di stanza anche 1.500
soldati russi.
La repubblica moldava, situata tra Romania e Ucraina, vede
appunto al potere l'area filo-occidentale guidata dalla
presidente pro-europeista Sandu, eletta nel 2020, e in
maggioranza assoluta in Parlamento dopo le elezioni del 2021. E
Sandu è la grande favorita al voto di domenica. I principali
sfidanti sono Alexandr Stoianoglo, ex procuratore sostenuto dal
Partito Socialista (filorusso), e Renato Usatii, ex sindaco di
una cittadina al nord del Paese, Balti. Se alle presidenziali
nessuno degli undici candidati avrà più del 50% il 3 novembre si
terrà il ballottaggio. Un risultato inferiore al previsto (nei
sondaggi Sandu è al 35,8%) potrebbe indebolire il partito di
centrodestra della presidente alle parlamentari del prossimo
anno. Quanto al referendum per modificare la Costituzione in
vista dell'adesione all'Ue, secondo un sondaggio Cbs-Axa il
55,1% dei moldavi è favorevole. Perché il voto sia valido serve
un'affluenza pari ad almeno un terzo degli aventi diritto. Non è
vincolante, ma perderlo minerebbe il prestigio di Sandu.
L'opposizione ha criticato la consultazione come una trovata per
rafforzarne la campagna elettorale, e qualcuno dei candidati ha
invitato a boicottarlo. (ANSA).
>>>ANSA/Moldavia al bivio, referendum su Ue sotto minaccia russa
Al voto anche per le presidenziali, favorita l'europeista Sandu