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Trump 2.0: alla Nato timori e una certezza, "l'Europa dovrà fare di più"

"Ora rischiamo divisioni". Ma sull'Ucraina: "Trump non ama perdere"

Redazione Ansa

BRUXELLES - "Non è il 2016, le aspettative questa volta sono state gestite meglio". La Nato si sveglia nel Trump 2.0 e le reazioni vanno dal 'tutto sotto controllo' all'ansia totale, a seconda di chi s'interpella. C'è un minimo comun denominatore però: ora l'Europa dovrà essere chiamata a fare di più per la sicurezza del Vecchio Mondo e l'Ue della difesa potrebbe alla fine davvero vedere la luce. Anche se non è chiaro chi potrà assumere un ruolo guida.

   "Macron? Con tutto il rispetto..." nota una fonte alleata. "L'isolazionismo ha vinto alla grande e rischiamo nuove fratture in Europa, con diversi Paesi che cercheranno di ottenere l'attenzione di Trump". C'è chi però non vede altra alternativa a un maggior impegno dell'Europa. "Più che un'ipotesi è un'assioma adesso", dice un'altra fonte. La preoccupazione principale è sull'Ucraina. "Se gli Usa si sganciano sarà cruciale il fattore tempo", spiega un diplomatico. Insomma, se lo fanno in fretta è un conto, gradualmente un altro. E questo vale anche per la deterrenza in Europa in generale. In pratica gli alleati si dividono in due fazioni: chi vuole fare il meno possibile sulla difesa e continuare ad affidarsi agli Usa, pagando un pochino di più sia in termini di investimenti sia di dazi politici, specie sulla Cina, e chi invece nota la polarizzazione americana e vuole usare il tempo che resta per prepararsi ad un inevitabile futuro.

   Tornando all'Ucraina, una linea di pensiero è che il sostegno per Kiev non terminerà all'improvviso. "Trump non vuole essere associato ad una sconfitta, lo abbiamo visto in Afghanistan, dove ha negoziato coi talebani ma poi ha lasciato la patata bollente a Biden", spiega un diplomatico. La situazione in Ucraina richiede invece decisioni rapide. E molto dipenderà dai russi. Perché se Mosca tirerà troppo la corda, potrebbe scoprire un Trump molto meno ben disposto del previsto a "perdere la faccia". Sul punto il ruolo del nuovo segretario generale Mark Rutte - soprannominato anche l'incantatore di TheDonald - potrebbe rivelarsi cruciale.

   "Può spiegargli che c'è margine per ottenere una vittoria in Ucraina e che può essere l'artefice questa vittoria: Rutte sa come fare, è un maestro in questo tipo di cose", assicura un'alta fonte diplomatica. Per l'Europa - in particolare l'Ue - si tratta però anche di una speranza. Perché potrebbe pagare un prezzo altissimo dalla piroetta trumpiana. "Se Putin vince in Ucraina la nostra capacità di deterrenza verrà diminuita, per noi sarà un disastro e dovremo portare le spese in difesa al 4% del Pil come minimo: è nel nostro interesse che la Russia non trionfi".

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