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>ANSA-FOCUS/ Borrell cerca appoggio sui missili, stop di Tajani

'La posizione non cambia'. Ma presto altri 1,9 miliardi da asset

Redazione Ansa

(di Mattia Bernardo Bagnoli) (ANSA) - BRUXELLES, 18 NOV - "È tempo per l'Ue di assumersi le sue responsabilità strategiche e rafforzare il sostegno all'Ucraina: la storia ci giudicherà". L'alto rappresentante Josep Borrell ha chiuso (probabilmente) l'ultimo Consiglio Affari Esteri della sua carriera incoraggiando i 27 a non mettere la testa sotto la sabbia, perché Vladimir Putin "non ha intenzione di negoziare" ma al contrario mira all'escalation per "conquistare e soggiogare" Kiev. Peccato che sui missili l'Ue tentenna, con le note divisioni nelle posizioni, nonostante la svolta di Joe Biden.
    "Gli Usa hanno autorizzato l'uso dei loro missili fino a 300 chilometri all'interno del territorio russo", ha notato Borrell.
    "Meglio che niente ma non mi pare una distanza molto profonda".
    Berlino ribadisce che non fornirà i Taurus, Parigi si limita a far sapere che l'opzione è aperta, Roma - attraverso il ministro degli Esteri Antonio Tajani - afferma che la posizione "non cambia": le armi italiane si possono solo usare all'interno del territorio ucraino. A Varsavia è attesa una riunione del 'triangolo di Weimar' in un inedito formato allargato - Francia, Germania, Polonia più Regno Unito, Spagna, Italia, Ucraina e Ue, alla presenza della nuova alta rappresentante Kaja Kallas - e, stando ad un'alta fonte diplomatica, la questione sarà trattata nuovamente. Mentre l'Ucraina è martoriata dai raid russi che mietono ancora vittime, c'è chi in Europa contesta la linea fin troppo prudente adottata finora nei confronti di Mosca.
    "La strategia della de-escalation è fallita, ora ne serve un'altra, basata sulla forza, come chiesto dai Paesi Baltici e da altri, inclusa l'Ucraina", ha dichiarato il ministro degli Esteri lituano, Gabrielius Landsbergis. "Quindi armi a Kiev, la rimozione di tutte le restrizioni e un piano basato sulla vittoria, in modo che le telefonate a Putin abbiano senso, perché ora non ce l'hanno". Sul punto anche l'omologo ucraino, Andrii Sybiha, ha bacchettato Olaf Scholz. "Dobbiamo restare saldi: nessun allentamento dell'isolamento internazionale della Russia, nessun appeasement all'aggressore, nulla sull'Ucraina senza l'Ucraina", ha esortato in collegamento col Consiglio, elogiando poi il 'modello danese', ovvero gli investimenti per la produzione in lodo, in Ucraina, degli armamenti che servono allo sforzo bellico.
    Il Consiglio Difesa si appresta ad affrontare il tema degli aiuti militari - prenderà parte anche il segretario generale della Nato Mark Rutte - ma nel mentre una fonte europea rivela che si sta già "lavorando" all'esborso della "seconda tranche di finanziamenti proveniente dagli extra profitti degli asset russi" immobilizzati in Europa: sono 1,9 miliardi di euro e saranno disponibili a marzo-aprile 2025. Una parte seguirà proprio il modello danese. Certo, su ogni cosa incombe il ritorno di Donald Trump. "Cinque anni fa, al mio primo Consiglio Esteri, avevamo in agenda l'Ucraina, il Medio Oriente e le nostre relazioni con gli Usa", ha notato Borrell, evidenziando come siano gli stessi temi di oggi, sebbene con "una prospettiva totalmente diversa".
    "Se l'Ue vuole contare deve essere più unita e prendere le decisioni più rapidamente: il mondo non va in una buona direzione", ha ammonito stilando un bilancio di fine mandato. In Ucraina men che meno. (ANSA).
   

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