BRUXELLES - L'Agenzia Europea per la Difesa (Eda) ha pubblicato, nel suo report annuale, i dati che mostrano come la spesa per la difesa degli Stati membri dell'Ue raggiungerà nel 2024 i 326 miliardi di euro, pari all'1,9% del Pil dell'Unione. Rispetto al 2021, prima della guerra in Ucraina, la spesa è aumentata del 31%. Per la prima volta, l'adozione del rapporto è associata alla firma di lettere d'intenti da parte degli Stati membri in quattro aree: difesa aerea e missilistica integrata, guerra elettronica, munizioni e navi da combattimento di superficie. Un passo nella giusta direzione, dice l'Eda, ma serve più collaborazione tra i 27.
Il rapporto rileva infatti che, nonostante l'aumento della spesa per la difesa, gli sforzi nazionali da soli "non sono sufficienti" per consentire alle forze armate degli Stati membri dell'Ue di prepararsi adeguatamente "a una guerra ad alta intensità". È necessaria una maggiore cooperazione. La collaborazione dell'Ue deve accelerare per allineare gli sforzi nazionali agli obiettivi concordati, convergere con la Nato e ridurre la frammentazione.
Il rapporto invita gli Stati membri a investire nei mezzi terrestri, aerei e marittimi in linea con le priorità di sviluppo delle capacità dell'Ue concordate per il 2023. Ciò include "la ricostituzione delle scorte, la modernizzazione dei sistemi di difesa terrestre e aerea e il miglioramento dell'interoperabilità; altrettanto cruciali sono gli investimenti in strumenti strategici come la difesa informatica sicura e resiliente, i sistemi di comando e controllo (C2), la consapevolezza della situazione cibernetica e spaziale e le comunicazioni satellitari".
La firma di lettere di intenti politiche da parte di "un numero considerevole di Stati membri" evidenzia l'interesse "a collaborare allo sviluppo di queste capacità militari". E dunque, per quanto riguarda la Difesa Integrata Aerea e Missilistica (Iamd), "almeno 17 Stati membri" hanno dichiarato l'intenzione di colmare collettivamente le urgenti lacune di capacità nel breve termine, "acquistando sistemi di protezione da aerei senza pilota, difesa aerea da terra e munizioni". A medio termine, gli Stati membri intendono sviluppare "tecnologie per contrastare sciami di droni e minacce ad alta velocità mentre, a lungo termine, intendono costruire una solida architettura Iamd".
Per quanto riguarda la guerra elettronica, almeno 13 Stati membri hanno confermato la volontà di migliorare congiuntamente le proprie capacità attraverso l'acquisto condiviso di attrezzature. Sulle munizioni, almeno 16 Stati membri condividono l'intenzione di aggregare le proprie esigenze in vista dell'acquisto congiunto di questi sistemi nel breve termine e di lavorare al loro ulteriore sviluppo nel medio-lungo termine. Per quanto riguarda l'European Combat Vessel (Ecv), almeno 7 Stati membri hanno dichiarato la loro intenzione di sviluppare la prossima generazione di navi utilizzando un approccio "dai sistemi allo scafo".
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