ROMA - Al ritmo attuale l'Unione europea non raggiungerà gli obiettivi di biodiversità per il 2030. Lo afferma il nuovo rapporto di Birdlife Europe e Asia centrale (Lipu in Italia) rilevando che l'85% di habitat è in crisi, una specie di uccelli su 5 è minacciata di estinzione ma solo 7 paesi su 27 (tra i quali l'Italia non c'è) hanno inviato i loro impegni alla Commissione europea. "Cambiare passo, a partire dall'attuazione della Restoration Law e dal finanziamento adeguato degli interventi" afferma la Lega italiana protezione uccelli-BirdLife Italia criticando "i gravi ritardi sugli obiettivi previsti dalla Strategia europea sulla biodiversità per il 2030 e i 20 miliardi annui di euro che mancano per ridare salute alla natura del continente".
I Paesi dell'Unione europea non sono sulla buona strada per raggiungere gli obiettivi fissati quasi cinque anni fa con la Strategia sulla biodiversità al 2030, lanciata nel 2020 come parte essenziale del Green Deal europeo eppure ampiamente disapplicata dai Paesi membri, si legge in una nota. Dal Rapporto di BirdLife emergono numerosi problemi, tra cui: il ritardo generale della grande maggioranza dei Paesi nell'attuazione della Strategia tra cui l'Italia, che non ha ancora attivato azioni concrete di rilevo; il ritardo nelle azioni concrete di protezione di habitat degradati e specie, terrestri e marini; l'attuale sistema agricolo, che blocca l'Unione europea in un pericoloso status quo.
Si tratta di uno dei principali fattori di perdita di biodiversità; le carenze di fondi. Tra le note positive, si legge nella nota, vi è senza dubbio l'approvazione della Nature Restoration Law, la legge sul ripristino degli ecosistemi, che se attuata adeguatamente, in linea con le prescrizioni del Regolamento e adeguatamente finanziata, fornirà un contributo molto importante all'impresa di ridare salute alla natura del continente.
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