(ANSA) - BRUXELLES, 27 NOV - Ursula von der Leyen ha
inaugurato il suo bis con un record poco invidiabile:
l'eurofiducia più bassa mai accordata a un presidente della
Commissione europea. Con 370 sì, ha ottenuto il 53,78% del
sostegno sui 688 presenti in aula.
Il risultato - nonostante lo scrutinio palese rendesse più
difficile sfuggire agli ordini di scuderia - ha messo in luce le
crepe interne ai gruppi politici e un cospicuo calo di consenso
per la tedesca rispetto a cinque anni fa, quando il suo primo
collegio raccolse 461 sì tra gli allora 751 parlamentari. Un
voto, con i rappresentanti britannici ancora presenti, che le
accordò una maggioranza del 61,63%.
L'esecutivo von der Leyen 2.0 si distingue in negativo anche
rispetto alla storia recente, sia in termini assoluti che in
termini percentuali. Mai una squadra di commissari aveva
iniziato il proprio mandato senza superare soglia 400. Nel 2014,
Jean-Claude Juncker ottenne la fiducia di 423 eurodeputati su
751, raggiungendo il 56,32%. Peggio ancora il confronto del
nuovo corso della tedesca con l'esecutivo dello spagnolo José
Manuel Barroso, che nel 2010 conquistò 488 voti (66,3%) in
un'aula composta da 736 membri, pur facendo registrare un dato
leggermente più basso rispetto alla sua prima Commissione,
inaugurata il 18 novembre 2004 con 470 voti a favore (65,3%) su
732.
Il record storico di consensi resta saldamente nelle mani di
Romano Prodi, che il 15 settembre 1999 raccolse ben 510 sì tra i
626 eurodeputati dell'epoca, conquistando una maggioranza
dell'81,47%. Ancor prima, nel 1995, il lussemburghese Jacques
Santer - che deteneva finora il consenso più basso nella storia
comunitaria - incassò 417 voti a favore su 567 eurodeputati. Fu
comunque lui il primo ad affrontare il test dell'eurofiducia:
fino al trattato di Maastricht del 1993, il Parlamento europeo
non aveva un ruolo formale nell'approvazione della Commissione.
(ANSA).
>ANSA-BOX/ Da Prodi a Ursula, tutti i voti dei presidenti Ue
Come sono andate le eurofiducie nella storia europea