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Il Consiglio d'Europa: "No ai rimpatri affrettati dei siriani"

La Commissione europea: "Competenza è nazionale". Kallas: "Evitare ondate migratorie" 

Il Consiglio d'Europa: "No ai rimpatri affrettati dei siriani"

Redazione Ansa

BRUXELLES - Mentre i Paesi dell'Ue procedono in ordine sparso sulla questione siriana, il Consiglio d'Europa invita a "evitare i rimpatri affrettati dei rifugiati provenienti dalla Siria". L'Unione Europea se ne lava le mani ("la competenza è degli Stati membri"), le capitali procedono in ordine sparso senza nessun coordinamento, segnando comunque una spaccatura tra chi ha annunciato la sospensione del trattamento delle domande di asilo dei siriani e chi no (o non ancora), e alla fine tocca al Consiglio d'Europa lanciare un monito.

"Data la situazione, si devono evitare i rimpatri affrettati dei rifugiati provenienti dalla Siria: la sospensione del trattamento delle richieste di asilo e l'annuncio di piani per il rimpatrio forzato da parte di diversi Stati sollevano urgenti interrogativi sulla conformità con gli obblighi internazionali in materia di rifugiati e diritti umani, in particolare con il principio di non respingimento", ha avvertito Michael O'Flaherty, commissario per i diritti umani dell'organizzazione paneuropea.

Si parlerà di Siria al vertice Ue del 19 dicembre. Un richiamo, quello al diritto, debolmente tentato pure dall'esecutivo blustellato, che ha esortato i 27 a "rispettare" le norme Ue, ricordando come sia sempre necessario esaminare "i casi individuali". Gli Stati membri, ha sottolineato un portavoce, hanno però il diritto di posticipare l'esame della domanda di asilo se "le situazioni sul territorio cambiano" (a quanto pare fino a 21 mesi). "La Commissione sta monitorando costantemente la sicurezza in Siria: la situazione è in rapida evoluzione, molto volatile, gli eventi continuano a svolgersi in circostanze molto fluide", ha continuato.

La Siria sta diventando la priorità del momento e in settimana sarà oggetto di discussione per i ministri dell'Interno riuniti al Consiglio di Bruxelles, per il Consiglio Affari Esteri e infine toccherà ai leader, al vertice Ue della prossima settimana. "Ho parlato con il re Abdullah II di Giordania e con il presidente israeliano Isaac Herzog della rapida evoluzione della situazione in Siria e ho discusso le implicazioni della caduta del regime di Assad per tutti i siriani e per la stabilità della regione in generale", ha annunciato il presidente del Consiglio Europeo, Antonio Costa.

"Rimango in stretto contatto con i leader del Medio Oriente per valutare la situazione: il rispetto dei diritti umani, la tutela delle minoranze e l'integrità territoriale del Paese sono fondamentali per l'Ue e la Siria sarà un tema al vertice del 19 dicembre", ha aggiunto.

Il monito di Kallas, 'agire con i partner mediorientali'  L'alto rappresentante Ue Kaja Kallas, nel corso della sua audizione di emergenza alla Commissione Esteri del Parlamento Europeo, ha insistito sul punto della tutela delle minoranze. "Non vogliamo che ci siano nuove ondate di rifugiati provenienti da gruppi diversi dalla Siria: è nell'interesse di tutti i Paesi della regione e anche dell'Ue", ha dichiarato. L'ex premier estone ha enfatizzato quanto sia importante, in questa fase, agire di concerto con "i partner mediorientali" per lanciare un messaggio comune "ai nuovi attori" presenti in Siria. "L'Ue da sola non va da nessuna parte", ha commentato. "La transizione presenta enormi sfide e ci sono preoccupazioni legittime sui rischi di violenza settaria, insorgenze estremiste e vuoti di potere che devono essere evitati: bisogna impedire che si ripetano gli scenari orribili di Iraq, Libia e Afghanistan", ha sottolineato.

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