BRUXELLES - Il nuovo corso di Ursula von der Leyen ricomincia da dove aveva finito: una mano tesa agli agricoltori per placarne i malumori. Nella cornice degli Agrifood days a Bruxelles, e a pochi giorni dalla firma a Montevideo del controverso accordo Ue-Mercosur, la presidente della Commissione europea ha annunciato due nuove proposte per tutelare il settore dalla morsa della grande distribuzione, assicurando alle piccole aziende agricole il giusto margine di profitto.
Contratti scritti obbligatori, norme rafforzate contro le pratiche commerciali sleali e canali di mediazione tra agricoltori e la grande distribuzione sono le novità in arrivo nelle prossime ore. Provvedimenti "ben accolti" dal ministro italiano per l'Agricoltura, Francesco Lollobrigida, come "un primo segnale rispetto alle tante richieste che gli agricoltori europei hanno messo in campo per riassumere una centralità che meritano in quanto custodi del territorio che garantiscono la qualità del cibo".
"Gli agricoltori sono spesso l'anello più debole della catena e a volte non hanno altra scelta che vendere i prodotti al di sotto dei costi di produzione, e non può essere così", ha osservato von der Leyen, prefigurando misure destinate a rafforzare "il ruolo degli agricoltori nelle contrattazione nei confronti di chi fa i prezzi".
Proposte che la leader aveva promesso nei mesi scorsi per dare un seguito politico al Dialogo strategico sul futuro del settore e con cui Bruxelles cerca di placare gli animi - di nuovo accesi soprattutto in Francia dopo lo strappo sul Mercosur - anticipando la 'Visione sul futuro dell'agricoltura' che sarà lanciata il 19 febbraio e che dovrebbe contenere misure concrete di sostegno al reddito. L'azione europea è la testimonianza, nella visione di Lollobrigida, che a Bruxelles e in Europa qualcosa sta cambiando e "c'è un quadro nuovo".
"Primi passi" nella giusta direzione rivendicati anche da Coldiretti e Filiera Italia come una risposta alle richieste avanzate durante le proteste degli agricoltori che hanno incendiato l'Europa nei mesi scorsi. "Le parole della presidente von der Leyen sono di buon auspicio, ma attendiamo i fatti", è stata invece la prima reazione del presidente di Confagricoltura, Massimiliano Giansanti. Non solo revisione di norme già scritte ma anche impegni sulle risorse: le giornate Ue dell'agroalimentare sono state l'occasione per l'Ue per annunciare un pacchetto di prestiti da 3 miliardi di euro alla filiera da parte della Bei, in quello che la sua presidente Nadia Calvino ha definito l'investimento "più consistente nella storia del gruppo".
Inoltre, su pressione di Francia e Germania, Bruxelles ha indicato di voler alzare da 25mila a 50mila euro il tetto dei cosiddetti aiuti 'de minimis' che uno Stato membro può concedere a ogni azienda agricola senza il preventivo via libera di Bruxelles. Una proposta arrivata dopo una consultazione con gli Stati membri avviata in estate e durata mesi: Bruxelles proponeva di alzare il tetto fino a 37mila, ma alla fine ha ceduto alle pressioni di Berlino e Parigi che, sostenute da altre capitali, hanno chiesto di raddoppiare il tetto su base triennale. Gli aiuti saranno in vigore fino a fine 2032: un modo, ha sottolineato la neo vicepresidente Ue responsabile per la Concorrenza, Teresa Ribera, per sostenere gli agricoltori davanti alla "pressione inflazionistica e i prezzi elevati delle materie prime".
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