(di Valentina Brini)
(ANSA) - BRUXELLES, 23 DIC - "La Germania deve cambiare, mai
più un'altra Magdeburgo". Poco importa che Taleb Al Abdulmohsen
condividesse le idee dell'estrema destra, soffrisse con tutta
probabilità di grave paranoia psichica e fosse apertamente
islamofobo.
L'attentato al mercatino di Natale ha già determinato un
prima e un dopo nella campagna elettorale tedesca e Weidel non
teme affatto la polarizzazione. Al contrario, la rilancia: "Dopo
il tempo del lutto arriva il tempo dei fatti. Il tempo per fare
domande e pretendere risposte" sui rimpatri da attuare "subito"
e sulle falle della sicurezza che hanno già messo il cancelliere
Olaf Scholz all'angolo, è andata all'attacco la controversa
tecnocrate prestata alla politica - 45 anni e un passato anche a
Goldman Sachs - che ora sfida a viso aperto il cordone sanitario
che tradizionalmente tiene l'ultradestra lontana dalla scena
istituzionale. "Chi garantirà che la Germania respinga chi
approfitta della nostra ospitalità e disprezza i nostri
valori?", ha chiesto provocatoria ricevendo lunghi applausi al
raduno alla Domplatz del capoluogo della Sassonia-Anhalt a guida
Cdu che, nel frattempo, ha proposto di legare il diritto d'asilo
alla garanzia di un reddito sopra il livello minimo.
"La Germania ai tedeschi!", uno slogan di stampo neonazista,
si è sentito scandire di tanto in tanto dai sostenitori di
un'AfD accreditata al 20% nei sondaggi, a grande distanza dalla
Cdu di Friedrich Merz in fuga al 32% ma possibile seconda forza
del Paese, davanti all'Spd di Scholz data tra il 15 e il 20%.
Già dopo l'attacco al coltello a Solingen dell'estate da parte
di un richiedente asilo Berlino ha attuato la sua stretta. Ma il
lavoro da fare è ancora molto anche nelle ammissioni della
ministra degli Interni, Nancy Faeser, da tre giorni nell'occhio
del ciclone. Sarà lei, fedelissima di Scholz, a dover rispondere
per prima - lunedì 30 davanti alla commissione Interni del
Bundestag - dei fallimenti della sicurezza nel fermare
Abdulmohsen per il quale Riad aveva chiesto anche
l'estradizione.
Con il passare delle ore emerge con più chiarezza il profilo
"totalmente atipico" dell'odiatore seriale medico psichiatra
saudita: oltre ai mille guai penali e allo stuolo di
segnalazioni collezionate, i suoi colleghi lo soprannominavano
'dottor Google', perché consultava regolarmente Internet prima
di fare una valutazione medica. Una diagnosi su di lui invece a
quanto pare era già stata fatta: dalle informazioni raccolte
negli ambienti investigativi risulta che il saudita sarebbe
stato in cura per disturbi psichici.
A qualche centinaio di metri di distanza dalla piazza
dell'ultradestra, si è estesa una catena umana organizzata
dall'iniziativa 'Gib Hass keine Chance' ('Non dare alcuna
possibilità all'odio') per non lasciarla vinta alla
strumentalizzazione. Un invito espresso anche dal presidente
Frank-Walter Steinmeier che - nelle anticipazione del suo
discorso di Natale - si è rivolto alla nazione per parlare
"dell'ombra oscura" di "tristezza, dolore, orrore e sconcerto"
che ha inghiottito il Paese. Tutti sentimenti "comprensibili, ma
che non devono paralizzarci", ha esortato l'inquilino di
Bellevue invitando i tedeschi a "restare uniti". E a serrare i
ranghi per ritrovare dentro sé "la forza" per far riemergere la
Germania dalla crisi esistenziale. (ANSA).
>>>ANSA/ L'AfD sfila a Magdeburgo, 'la Germania deve cambiare'
Il killer saudita affetto da una grave malattia psichica