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>ANSA-FOCUS/Il Ppe serra i ranghi su Trump, 'serve linea unica'

A Berlino il conclave dei leader. Primo colloquio tra Costa e Xi

Redazione Ansa

di Michele Esposito (ANSA) - BRUXELLES, 14 GEN - Due 'ritiri', un solo convitato di pietra, Donald Trump. All'incontro promosso dal presidente del Consiglio europeo Antonio Costa e dalla presidenza polacca, che raccoglierà i 27 leader il prossimo 3 febbraio allo Chateau de Limont, ne è subentrato un altro, quello dei leader del principale partito europeo, il Ppe. I vertici dei Popolari - undici i capi di Stato o di governo previsti - si riuniranno il 17 e 18 gennaio a Berlino per fare il punto su uno dei momenti più critici del Continente. Da un lato l'arrivo di Donald Trump, dall'altro il possibile acuirsi dei rapporti commerciali con la Cina. In mezzo, la carica dei "tecno-oligarchi" che, è l'avvertimento che circola tra i Popolari, hanno l'obiettivo di indirizzare le democrazie europee.
    Quello che si avrà nella capitale tedesca, su invito del presidente del Ppe Manfred Weber e del leader della Cdu, Friedrich Merz, sarà una sorta di conclave, su modello di quello pensato da Costa. Sarà preceduto da una conferenza stampa, poi cominceranno le riunioni a porte chiuse che si concluderanno con la redazione di uno o più documenti. Attese, tra gli altri, la presidente dell'Eurocamera Roberta Metsola e la numero uno della Commissione, Ursula von der Leyen, di fatto alla prima uscita dopo la polmonite che l'ha costretta ad Hannover in questo primo scampolo di 2025. Alla riunione si parlerà dell'agenda europea, dalla difesa alla sburocratizzazione. Ma il tema caldo resta quello a stelle e strisce. Nel Ppe, di fronte all'imperversare di Trump e del suo braccio destro Elon Musk, si sta facendo largo una convinzione: serve una linea europea chiara e unica.
    Una linea che - si riflette nei Popolari - di fronte alla sfida del patron di X per lanciare l'estrema destra europea, può basarsi su una rete di regole già esistente, il Digital Service Act. All'interno della Commissione, come nel quartier generale del Ppe, nessuno ha voglia di abbandonare la strategia del dialogo con Trump. Un fronte comune rispetto alla Cina, in questo senso, potrebbe essere un terreno fertile e andare incontro al neopresidente. Nel suo primo colloquio telefonico con il presidente Xi Jinping, Costa - fermo restando che la "cooperazione è preferibile alla concorrenza" - ha reiterato "la necessità di garantire condizioni di parità e di ridurre sensibilmente gli squilibri commerciali ed economici esistenti".
    La Cina , ha replicato Xi, "spera che l'Ue diventi un partner di cui ci si possa fidare".
    Sul fronte Usa c'è un tema, ben chiaro a Bruxelles, che funge da appendice: chi, nell'Ue, può tenere il filo del dialogo con il neo presidente. Nei confronti di Giorgia Meloni, nel Ppe, c'è piena fiducia ed è stato apprezzato il fatto che la premier italiana abbia telefonato a von der Leyen prima di recarsi a Mar-a-Lago. Non ha alcuna chance, invece, l'ungherese Viktor Orban. Nemmeno la sua amicizia con Trump, per ora, può tirarlo fuori dall'isolamento. Quasi certamente, tuttavia, il 20 gennaio Orban sarà all'insediamento del tycoon assieme al gotha del sovranismo mondiale. Invece a von der Leyen, secondo quanto riferito dalla Commissione, non è giunto alcun invito. (ANSA).
   

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