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Al via la missione Nato nel Baltico contro la flotta ombra russa. Verso l'uso di droni navali

Rutte da Helsinki: "Risposta forte contro la flotta ombra russa"

Al via missione Nato nel Baltico contro la flotta ombra russa. Verso l'uso di droni navali

Redazione Ansa

BRUXELLES - Il Mar Baltico è sempre di più una frontiera di scontro con la Russia. Da che doveva essere il lago della Nato, dopo l'ingresso di Svezia e Finlandia nell'Alleanza, negli ultimi mesi si sono moltiplicati gli incidenti sospetti alle infrastrutture sottomarine, prima con il coinvolgimento di navi cinesi e, da ultimo, un vascello della flotta ombra russa, che ha tranciato un cavo energetico sottomarino il giorno di Natale. Provocando l'immediata reazione della marina finlandese. "Una risposta robusta è essenziale", ha assicurato il segretario generale Mark Rutte al vertice dell'area baltica annunciando l'avvio di una missione Nato di vigilanza - Baltic Sentry - che potrà contare anche su una piccola flotta di "droni navali", marini e sottomarini.

L'incidente del 25 dicembre è stata infatti la goccia in eccesso. Helsinki, non appena è stato riportato il danneggiamento al cavo Estlink 2, ha bloccato il vascello sospetto (individuato appunto come un elemento della flotta ombra di Mosca), lo ha costretto ad entrare in porto e lo ha ispezionato. Una risposta muscolare non riscontrata nel caso delle navi riconducibili alla Cina già coinvolte in altri danneggiamenti, sempre col metodo del trascinamento dell'àncora.

"Se non fossimo intervenuti subito il danno sarebbe stato maggiore", ha affermato il presidente della Finlandia, Alexander Stubb, nel corso della conferenza stampa di fine vertice. D'ora in poi, insomma, la musica deve cambiare.

"Siamo determinati a scoraggiare, individuare e contrastare qualsiasi tentativo di sabotaggio e qualsiasi attacco contro le nostre infrastrutture sarà affrontato con una risposta forte e determinata", si legge nella dichiarazione congiunta firmata da Finlandia, Estonia, Danimarca, Germania, Lettonia, Lituania, Polonia e Svezia alla presenza, appunto, di Rutte e della vicepresidente esecutiva della Commissione europea Henna Virkkunen. "La Finlandia - si è complimentato Rutte - ha dimostrato che è possibile agire con fermezza nel rispetto della legge: i capitani delle navi devono capire che le potenziali minacce alle nostre infrastrutture avranno conseguenze, tra cui il sequestro e l'arresto".

Il sec-gen poi, senza voler scendere nei particolari "per non dare vantaggi al nemico", ha chiarito che Baltic Sentry utilizzerà una serie di mezzi, tra cui "fregate, aerei da pattugliamento marittimo e satelliti" nonché "nuove tecnologie", come appunto i droni marini. Nessuno, va detto, al momento ha ancora accusato formalmente Mosca - o Pechino - di alcunché ma Rutte parla apertamente di una "campagna per destabilizzare le nostre società" e alla Nato, in modo riservato, diversi funzionari fanno capire che nel Baltico c'è lo zampino di Russia e Cina. Il punto, quindi, è proprio come gestire la situazione evitando una possibile escalation, trincerandosi dietro il riserbo delle "indagini in corso".

Il vertice dell'area baltica è servito dunque a lanciare un segnale, da un lato, e trovare al contempo il minimo comun denominatore nella risposta, con alcuni Paesi determinati a non mostrare ulteriori tentennamenti (tutti tranne la Germania, per natura più prudente).
   

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