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Tajani e Lollobrigida insieme in Ue, con il 'fantasma Spinelli'

A margine del Vinitaly a Bruxelles si fa quadrato su Meloni

Redazione Ansa

(ANSA) - BRUXELLES, 19 MAR - Sono trascorse otto ore dal caso "Manifesto di Ventotene", scoppiato alla Camera dopo le parole della premier Giorgia Meloni in aula. Nel cuore dell'Europa immaginata nel 1941 da Altiero Spinelli, il vicepremier Antonio Tajani e il ministro dell'Agricoltura Francesco Lollobrigida si ritrovano per un incontro ufficiale, l'anteprima del Vinitaly - in arrivo a Verona dal 6 al 9 aprile - per far scoprire al mondo istituzionale e imprenditoriale europeo la prestigiosa fiera del vino minacciata dai dazi imposti da Donald Trump.


    Impossibile però per entrambi gli esponenti della maggioranza sfuggire alla polemica divampata in Italia. Tanto che la residenza dell'ambasciatore d'Italia in Belgio, Federica Favi, si trasforma in un teatro per fare quadrato, parlando con i cronisti, intorno alla linea di Meloni. "Ho grande rispetto per la storia e il contesto" in cui Spinelli scriveva, è la premessa del titolare dell'Agricoltura, che del Manifesto salvaguarda "lo spirito europeista che Spinelli ha dimostrato negli anni successivi in maniera molto coerente con l'anelito di libertà" ma non la visione di democrazia così com'era scritta al suo interno. "Si è d'accordo che dovesse essere limitata la forma democratica in Europa o no?", è la sua domanda posta erga omnes.
    Tutti concordi? No. La discussione con i cronisti s'infiamma.
    Con Lollobrigida che si riferisce a un preciso passo del Manifesto citato da Meloni: "Nelle epoche rivoluzionarie, in cui le istituzioni non debbono già essere amministrate, ma create, la prassi democratica fallisce clamorosamente". Non solo una riflessione storica, ma una questione politica che, evidenzia, "anche le persone più faziose possono condividere". Poi l'ulteriore precisazione: quello che ha fatto il fascismo era "sbagliato, intollerabile" e "qualsiasi altro regime che ha fatto lo stesso ha sbagliato".
    La premessa di Tajani è ancora più netta. Davanti alle telecamere ribadisce che la premier "non ha mai offeso Spinelli". E sgombera il campo da dubbi e divisioni interne sulla posizione dell'Italia a Bruxelles. "Se questo governo fosse contro l'Europa, non ci starei", ha tagliato corto l'ex presidente del Parlamento europeo prima di un confronto con la stampa nel quale ha evidenziato di non condividere alcune delle frasi presenti nel Manifesto, le stesse criticate da Meloni.
    "Dire che Spinelli era un europeista non significa condividere tutto quello che ha scritto. Altrimenti sarei un comunista", osserva. Insomma, su una lettura critica del Manifesto di Ventotene Fi e Fdi sembrano ritrovarsi. "L'Europa di Spinelli non è la mia Europa. Lo riconosco come un personaggio importante della storia europea. Però la mia Europa è quella di De Gasperi, Adenuaer e Schuman", le parole del ministro degli Esteri.
    (ANSA).
   

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