BRUXELLES - Corsa a cinque per la presidenza della Banca europea degli investimenti, dove in partita c'è anche l'Italia con la candidatura di Daniele Franco. L'ex ministro delle Finanze, economista e già ragioniere generale dello Stato, è sicuramente tra i favoriti. Se la dovrà vedere con la ministra dell'Economia spagnola Nadia Calvino, economista e già super 'euro-burocrate' a Bruxelles, visto che è stata direttrice generale al bilancio in Commissione. E' entrata negli ultimi giorni in una gara in cui non si esclude sconti le incertezze post-elettorali e per la formazione del governo in Spagna, le stesse che hanno portato a ufficializzarne la candidatura quasi al fotofinish. La più nota delle candidature esterne è quella presentata dalla Danimarca: la commissaria europea per la Concorrenza e vice presidente della Commissione Margrethe Vestager, castigamatti per l'Europa delle 'Big Tech' - e non solo - con multe milionarie da record, anche se non sempre capaci di passare indenni ai ricorsi. La sua potente candidatura si è però appannata dopo il pasticcio sulla nomina del nuovo responsabile dell'Antitrust: inizialmente era stata scelta l'economista americana Fiona Scott, ma le accese proteste, soprattutto della Francia, per l'incapacità di scegliere un europeo per un posto tanto delicato hanno fatto rinunciare Morton all'incarico, esponendo Vestager a critiche feroci. In lizza ci sono infine due nomi interni, oggi alla vice presidenza della Bei: l'ex ministra delle finanze polacca Tereza Czerwinska e l'ex ministro dell'energia svedese Thomas Östros. Il successore del tedesco Werner Hoyer, il presidente in carica per il secondo mandato e in scadenza a fine anno, sarà scelto dagli Stati membri dell'Ue, riuniti nel board dei governatori della Bei. I giochi iniziano davvero ora: i 27 Paesi al controllo dell'istituto con base in Lussemburgo si sono dati questa settimana per raccogliere le candidature e oggi il previsto 'advisory committee' ha concluso il primo filtro sui nomi dando il proprio parere consultivo sulla congruità dei candidati, con una sorta di via libera ai Paesi proponenti. La parola passa ora alle trattative tra gli Stati, consuete per queste occasioni, in attesa di una decisione che potrebbe arrivare già in occasione del Consiglio Ecofin informale a Santiago di Compostela (a decidere non è però l'Ecofin ma il board dei governatori della Bei). Secondo Politico.eu il ministro delle finanze francese Bruno Le Maire avrebbe già indicato in prospettiva un sostegno della Francia al candidato pronto a sostenere l'energia nucleare. Sugli investimenti nell'energia va detto che la Bei tende ad allinearsi alle posizioni europee. Ha già rinunciato da alcuni anni a finanziare fonti fossili per privilegiare quelle rinnovabili, dove per altro può fare la differenza. Mentre sull'annosa questione se il nucleare sia o meno energia pulita non avrebbe una vera e propria 'policy', quanto una prassi ormai consolidata. Da tempo non finanzia cioè nuove centrali, mentre potrebbe finanziare interventi per rafforzare la sicurezza di impianti esistenti. (ANSA).
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