(ANSA) - BRUXELLES, 29 AGO - "Non illudiamoci: nessun Patto
di stabilità e crescita futuro, riformato e non, potrà mai
andare a modificare i limiti del 3% del deficit sul Pil e del
60% del debito sul Pil, perché sono previsti dai Trattati
costitutivi dell'Ue. Il problema è riformare trattati concepiti
più di trent'anni fa mentre nel frattempo è cambiato il mondo".
Lo afferma l'eurodeputato della Lega Antonio Maria Rinaldi,
relatore ombra all'Eurocamera sulla riforma del Patto. "Ho
notato che l'attuale Commissione europea vista la prossima
scadenza vuole accelerare la chiusura dei diversi file, a
iniziare dal Patto. Ma è meglio continuare con il vecchio Patto,
che nella pratica non è mai stato applicato o andare su una
riforma veloce o mal ragionata? - chiede poi Rinaldi - Io
preferirei uno nuovo, ma visto che quello vecchio non è stato
applicato si continui a non applicare. Se è bastata una pandemia
per sospenderlo evidentemente non funzionava".
Rinaldi esclude però di voler frenare sulla riforma. "Io sono
per il dialogo, ma la mia preoccupazione è una personalizzazione
delle regole, che vengano utilizzate a livello politico - spiega
-. Il vecchio Patto almeno è omnibus, non vorrei regole
personalizzate Paese per Paese a seconda del colore di un
partito. Oggi potrebbe andare male a noi, domani potrebbe andar
bene e andare male a qualcun altro".
Secondo Rinaldi "c'è anche un'incongruenza palese tra Mes e
Patto. Nella riforma presentata dalla Commissione si esclude il
parametro del saldo strutturale dai nuovi criteri, mentre nel
nuovo Mes è invece previsto - nota -. L'incongruenza è che la
Commissione ci chiede di approvare il Mes con questo criterio e
dall'altra ci chiede che di toglierlo dal vecchio Patto perché è
sbagliato". (ANSA).
Rinaldi (Lega), meglio vecchio Patto stabilità mai applicato
Relatore al Pe: 'temo personalizzazione delle regole'