In Italia l'avversario è la destra. In Europa lo stesso. La segretaria del Pd Elly Schlein scommette sull'alternativa. Al Forum organizzato dall'Ansa in vista delle europee, ha chiarito la posizione che il partito terrà a Bruxelles il giorno dopo il voto dell'8 e 9 giugno: "Mai alleanze con il gruppo dei conservatori di Meloni né con il gruppo di Identità e democrazia, di cui fa parte Salvini - ha detto - Questo è un impegno condiviso a Berlino con Scholz e con gli altri socialisti".
L'obiettivo del Pd è "rendere la famiglia socialista prima in Ue" per "un'Europa federale, che completi un percorso di integrazione incagliato negli egoismi nazionali. Non c'è una sola sfida che possiamo risolvere dentro i confini nazionali, dalle migrazioni alle guerre", come quelle in Ucraina e in Medio Oriente. Il ruolo degli organismi sovranazionali nei conflitti è un tema martellante. Il Pd ha in lista diversi candidati indipendenti, come Marco Tarquinio, che auspica lo scioglimento della Nato. "Ha espresso la sua posizione, ma la politica estera del Pd la decide il Pd", ha ripetuto Schlein, che ha chiarito la linea del partito: "Siamo per un'autonomia strategica dell'Ue nel seno dell'Alleanza atlantica - ha detto - Ma il presupposto è che manca una vera politica estera comune dell'Unione europea". Se ci fosse, ha detto Schlein, ci sarebbe stata una spinta diplomatica più forte verso una soluzione dei conflitti.
Se il tema degli aiuti a Kiev divide (il Pd ha sempre votato a favore dell'invio di armi, mentre il M5s e Avs sono contrari), "sulla Palestina - ha ricordato Schlein - in Parlamento le opposizioni hanno presentato mozioni diverse, ma" poi le hanno votate in molte delle loro parti. "Continueremo a essere collaborativi con le altre opposizioni - ha aggiunto la segretaria - Il cessate il fuoco è un passo necessario. Vogliamo un protagonismo dell'Ue sulla soluzione dei due popoli e due Stati. È il tempo di riconoscere uno Stato dei palestinesi, questa è la posizione che stiamo portando avanti".
Via libera all'iniziativa del sindaco di Bologna Matteo Lepore, che ha esposto la bandiera della Palestina sulla facciata del municipio: "Non significa in alcun modo sostenere il terrorismo - ha spiegato Schlein - Fare l'equivalenza tra Hamas e il popolo palestinese non aiuta a isolare Hamas". Il tema Palestina dimostra che terreni comuni per un'alleanza contro le destre ci sono. Schlein la invoca per fermare Meloni. E intanto, per ostacolare il progetto di riforma, il premierato. "Meloni confonde una questione personale con una questione costituzionale - ha detto Schlein - È un errore quello di puntare sempre tutto su di sé. Dietro quel decidete voi c'è un grande decido io. Avevamo offerto alla premier di cambiare la legge elettorale, ma questa cosa non le interessa. Da capa di un partito personale si tiene molto stretta le liste bloccate".
Dopo le parole della Lega sulle dimissioni del presidente della Repubblica Sergio Mattarella, Schlein continua a invocare un intervento della premier: "Non si è mai visto un attacco così frontale al presidente della Repubblica il giorno del 2 giugno.
Un attacco molto grave. È grave che Salvini non abbia preso le distanze, oggi sta provando a correggere il tiro arrampicandosi sugli specchi. Grave che siano passate tutte queste ore senza che la presidente del Consiglio prenda posizione su questo attacco senza precedenti". L'orizzonte adesso è quello delle urne, nel weekend, per le europee. Anche un po' per scaramanzia, Schlein non si è bilanciata sul risultato che si aspetta per il Pd. "L'asticella porta jella", ha risposto, virando sul tasto astensione: "È importante che aumenti la partecipazione al voto".
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