Voleva una vittoria piena Donald Tusk e l'ha avuta. Alle Europee la Coalizione civica (Ko), partito del premier polacco, è riuscita dopo dieci anni a spodestare i sovranisti di Diritto e Giustizia (PiS). Stando ai primi exit poll, i popolari del Ko avrebbero eletto 21 deputati incassando il 38% dei voti, un risultato ben al di sopra delle aspettative della vigilia che pronosticavano un serrato testa a testa con gli eterni rivali del PiS.
La creatura dei gemelli Kaczyński si è invece fermata al 33,9%, mandando in Parlamento europeo 19 rappresentanti. Corsi e ricorsi storici: l'ultima volta che il PiS è arrivato secondo dopo il Ko è stato proprio alle Europee del 2014. "La Polonia ha dimostrato che qui trionfano la democrazia, l'onestà e l'Europa", ha scandito un raggiante Tusk dal quartier generale di Ko, indicando nel Paese dell'Europa centro-orientale "una luce di speranza per l'Ue".
A gettare ombre sul voto è il boom della Konfederacja, formazione di estrema destra euroscettica e ucrainofoba che entra per la prima volta nel Parlamento europeo eleggendo 6 deputati con l'11% dei consensi. Modesto infine il risultato dei partner di coalizione del governo Tusk, l'alleanza Lewica (Sinistra) e i centristi di Terza Via, che include a sua volta il raggruppamento liberal-centrista Polonia 2050 e il Partito Popolare Polacco di orientamento agrario (Psl), che dovrebbero eleggere rispettivamente 3 e 4 deputati.
Il voto di Varsavia è destinato ad avere un importante impatto sugli equilibri politici nell'Unione Europea. La vittoria convincente di Ko, affiliato ai Popolari europei (Ppe) all'Eurocamera, da un lato rafforza la sua alleata chiave a Bruxelles, Ursula von der Leyen, alla ricerca di una conferma alla guida della Commissione europea, e dall'altro potrebbe allontanare la prospettiva di un'alleanza con i Conservatori e Riformisti europei (Ecr), nelle cui fila milita il PiS, oltre che Fratelli d'Italia (Fdi).
Nella famiglia conservatrice, invece, il sorpasso della delegazione italiana su quella polacca, finora azionista di maggioranza in Ecr, era dato per certo alla vigilia, ma la débâcle del PiS, crollato di dodici punti percentuali rispetto alle europee del 2019, allunga le distanze tra i due alleati a scapito dei polacchi. Con il rischio, per i sovranisti di Kaczyński, di vedere anche naufragare la propria strategia di allargamento a Fidesz, partito del premier ungherese Viktor Orban, oltre che alle formazioni di estrema destra racchiuse nel gruppo di Identità e Democrazia (Id), famiglia politica che racchiude il Rassemblement National (Rn) di Marine Le Pen e la Lega di Matteo Salvini.
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