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Ilaria Salis e l'immunità: 'Manca solo un pezzo di carta'

Attesa per la proclamazione. La Russa, candidatura non democratica

Redazione Ansa

A Ilaria Salis ora manca solo "un pezzo di carta" per andarsene da Budapest, perché di voti ne ha presi 176mila, più che sufficienti per abbandonare il suo status di detenuta ai domiciliari in attesa di giudizio e diventare una parlamentare europea. E il pezzo di carta citato da suo padre Roberto è proprio il documento che attesta la sua elezione che, in base alle normative europee, le garantisce l'immunità e la sospensione del suo processo in corso in Ungheria dopo l'arresto avvenuto l'anno scorso. L'articolo 9.2 del Protocollo sui privilegi e sulle immunità dell'Unione europea prevede infatti che gli eurodeputati "non possono, sul territorio di ogni altro Stato membro, essere detenuti né essere oggetto di procedimenti giudiziari" e quindi i legali dell'antifascista italiana presenteranno una richiesta di scarcerazione non appena il giudice ungherese sarà in possesso della certificazione formale della sua elezione. Ci potrebbero però volere giorni prima che si concluda la procedura per la proclamazione ufficiale dei 76 eurodeputati italiani e Roberto Salis vorrebbe vedere sua figlia libera molto prima: "Ilaria bisogna portarla a casa, il giudice ungherese è informato della conquista del seggio e ha già contattato il ministero degli Esteri ungherese perché ha bisogno di un pezzo di carta che attesti questo risultato alle elezioni. Con questo pezzo di carta il giudice emetterà una sentenza per la concessione dell'immunità e bloccherà il processo".

 

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"Spero che adesso le Istituzioni italiane mostrino l'autorevolezza che merita un paese come l'Italia", aggiunge Roberto Salis, che vorrebbe quindi l'invio immediato da parte del governo di una lettera che attesti l'elezione di sua figlia per provare ad accorciare i tempi, senza aspettare la proclamazione ufficiale. "Dobbiamo aspettare la proclamazione, prima non possiamo dire nulla. Appena ci sarà, verrà informata in via ufficiale l'autorità ungherese", ribadisce il ministro degli Esteri Antonio Tajani. "Mentre le destre radicali avanzano in tutta Europa è necessario battersi per cambiare radicalmente lo stato di cose presenti. Io sono pronta per fare la mia parte", spiega la Salis che difficilmente potrà festeggiare da cittadina libera il suo 40esimo compleanno il prossimo 17 giugno.

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Ilaria Salis

Ma certo è che libera dovrà essere a Strasburgo il 16 luglio, giorno della prima seduta del Parlamento europeo che, per uno strano incrocio della storia, aprirà anche il semestre della presidenza ungherese del Consiglio dell'Ue. Ma da Budapest la famiglia Salis non si attende grosse sorprese e anche la possibilità che venga fatto ricorso al Parlamento europeo per la revoca dell'immunità viene considerata improbabile. Questione di giorni, al massimo di settimane, e la detenzione della Salis finirà. Non finiscono invece le polemiche: per il presidente del Senato Ignazio La Russa, la sua candidatura "è qualcosa che non appartiene alla democrazia". "La nostra scelta è stata fatta per salvare la democrazia, non contro. Se ne faccia una ragione!", ha replicato la capogruppo di Avs alla Camera Luana Zanella. "Le cittadine e i cittadini di questo paese - taglia corto Nicola Fratoianni - hanno ritenuto giusto ed utile mandare Ilaria all'Europarlamento".

 

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