Eliminata tre anni fa nei quarti di finale, e soltanto dopo i calci di rigore, la Svizzera torna per la sesta volta nella fase finale degli Europei con l'intenzione di ripetere almeno quel
risultato. Quella sconfitta contro la Spagna ha lasciato l'amaro in bocca anche se, peraltro, gli elvetici avevano superato il turno precedente, gli ottavi, proprio dagli 11 metri e a spese di una grande favorita come la Francia. Il bilancio è quindi pari, e nel frattempo c'è stato un Mondiale in Qatar (dove la Svizzera è andata a spese dell'Italia, cioè vincendo il girone delle eliminatorie in cui c'erano anche gli azzurri) in cui la corsa dei rossocrociati si è arrestata negli ottavi a causa di un tennistico 6-1 incassato dal Portogallo di Gonçalo Ramos, quel girno autore di una tripletta.
Ora invece i rivali della prima fase saranno, nel gruppo A, Germania, Scozia e Ungheria, ostacoli non facili ma nemmeno insormontabili, nel complesso. D’altra parte, anche la Svizzera è una squadra difficile da battere, tosta, che spesso si adatta all'avversario. E' capace di faticare moltissimo per battere di misura Andorra ma anche di far fuori la Francia dagli Europei e l'Italia nelle qualificazioni mondiali e poi di incassare sei reti dai portoghesi in Qatar. Insomma, contro questa nazionale multietnica, guidata dall'ex difensore di origini turche Murat Yakin, può succedere di tutto. Il suo tecnico non ha un modulo fisso, perché a seconda degli avversari schiera i suoi con il 4-2-3-1 o con il 4-3-3.
Priva di stelle, in porta titolare indiscusso è l'interista Sommer, reduce da una stagione più che brillante, e ha un centrocampo che racchiude fisicità e potenza, e in cui spesso sono presenti due vecchie conoscenze come Zakaria, che però salterà gli Europei per problemi fisici, e Freuler. Soprattutto, però, ci sono le geometrie di Granit Xhaka, che si muove da vertice basso. E' l'asso nella manica della sua nazionale così come lo è nel Bayer Leverkusen di Xabi Alonso, in cui ha disputato una grande stagione. Insomma, se Xhaka è in giornata la Svizzera gira a meraviglia sotto la sua regia. In avanti manca un centravanti forte fisicamente e che faccia tanti gol, così ci si affida al milanista Okafor e a Seferovic, o magari all'ex Primavera della Juve Andi Zeqiri, di origini kosovare, mentre sulla trequarti vengono utilizzati il veterano ex Inter Shaqiri, Embolo e Sow. L'alternativa è il 25enne Vargas, esterno offensivo di padre dominicano che gioca in Germania nell'Augusta. Dietro è ben collaudata la difesa con Fernandes, Akanji (uomo da 11 milioni all'anno al Manchester City), Elvedi e Ricardo Rodriguez.
Yakin può poi contare su un jolly interessante come Dan Ndoye, acquistato dal Bologna quest'estate per una cifra vicina ai dieci milioni di euro e che può giocare sia da attaccante sia da terzino a tutta fascia. Deve ancora crescere e maturare, ma ha fatto intravedere doti importanti nel corso dei mesi e ora, in questi Europei, cerca la consacrazione, per la gioia anche del patron del Bologna, Joey Saputo.
La Rosa:
Portieri: Gregor Kobel (Dortmund), Yvon Mvogo (Lorient), Yann Sommer (Inter).
Difensori: Manuel Akanji (Manchester City), Nico Elvedi (Mönchengladbach), Ricardo Rodríguez (Torino), Fabian Schär (Newcastle), Leonidas Stergiou (Stuttgart), Silvan Widmer (Mainz), Cédric Zesiger (Wolfsburg).
Centrocampisti: Michel Aebischer (Bologna), Remo Freuler (Bologna), Ardon Jashari (Luzern), Fabian Rieder (Rennes), Xherdan Shaqiri (Chicago Fire), Vincent Sierro (Toulouse), Renato Steffen (Lugano), Ruben Vargas (Augsburg), Granit Xhaka
(Leverkusen), Denis Zakaria (Monaco), Steven Zuber (AEK Athens).
Attaccanti: Zeki Amdouni (Burnley), Kwadwo Duah (Ludogorets), Breel Embolo (Monaco), Dan Ndoye (Bologna), Noah Okafor (AC Milan).
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