Arrivato sulla panchina della nazionale ungherese nell'estate del 2017, dopo che la 'Aranycsapat' aveva subito un'umiliante sconfitta con Andorra che aveva provocato la cacciata del ct belga Leekens, l'ex sampdoriano Marco Rossi ha rigenerato una nazionale perennemente in cerca dell'antico splendore. E' molto difficile che i tempi della Grande Ungheria tornino, ma sicuramente da quando c'è Rossi i progressi sono stati molti, E e a ciò, oltre al lavoro del tecnico, non è stato estraneo l'intervento del presidente ungherese, Viktor Orban, e del suo governo per finanziare, con quasi un miliardo di euro in undici anni, il progetto di rinascita calcistica, nonostante un campionato che non aiuta lo sviluppo, vista la media di tremila spettatori a partita.
La nazionale, ora alla sua quinta apparizione agli Europei, ha beneficiato anche del massiccio investimento governativo nelle squadre di città con forti comunità ungheresi in Slovacchia, Serbia, Croazia o Romania, che ha portato, fra le altre, alle naturalizzazioni dell'omonimo del presidente Willi Orban, nato in Germania, del francese Nego, dell’inglese Styles e del serbo Kerkez, ventenne talentuoso esterno in cui il Milan non ha creduto fino in fondo quando era un suo Primavera, lasciandolo andare altrove (adesso è al Bournemouth). Tutto ciò ha prodotto una nazionale dall'età media di poco più di 26 anni e con il 61,5% degli elementi che giocano all'estero, fra i quali c'è anche il 21enne difensore Balogh che, quando è chiamato in causa, si disimpegna bene anche nel Parma.
Con tutti i suoi 'stranieri' Rossi dialoga di frequente videochat, con l'obiettivo di farli sentire sempre in missione per il loro Paese e per un popolo che ha fame di bel calcio. Obiettivo centrato se si pensa ai successi in Nations League in casa degli inglesi (un 4-0 che fa ancora sensazione) e quella di misura a Lipsia sulla Germania.
A proposito di Lipsia: in porta della nazionale non si tocca il 34enne Peter Gulacsi, titolare anche nel club tedesco targato Red Bull, premiato nel 2018 e nel 2019 come miglior calciatore d'Ungheria, nonostante un rendimento alterno in nazionale. Ma in Ungheria, e anche fuori, è noto soprattutto per la sua posizione anti Viktor Orban a proposito dei diritti degli omosessuali e della comunità Lgbtq+. Tempo fa ha postato su Instagram una foto scattata insieme alla moglie per attaccare il governo e il suo leader ultraconservatore, per le politiche contro la comunità Lgbtq+. "Una famiglia è una famiglia, non dipende dal sesso, dal colore della pelle o dalla religione", la frase che Gulacsi ha aggiunto alla foto. Poi ha dato seguito alle parole scendendo in campo con raffigurati sui guanti i simboli della lotta della comunità Lgbtq+ ungherese. Ne sono seguite polemiche forti, ma lui ha conservato il posto in nazionale, anche se tutto ciò gli ha alienato le simpatie di quella parte del pubblico della 'Puskas Arena' che dagli spalti canta frasi offensive nei confronti degli omosessuali e delle persone di colore, fatti per i quali l'Uefa in passato ha sanzionato la federazione ungherese.
La stella della selezione magiara, che Rossi ha sempre gestito come fosse un club, con un nucleo di 15 giocatori fissi e gli altri chiamati a rotazione, è Dominik Szoboszlai, a lungo seguito dalla Lazio in varie sessioni di mercato ma poi finito prima nell'orbita Red Bull (Salisburgo e poi Lipsia) e poi al Liverpool che per averlo ha pagato 70 milioni di euro. E' anche il capitano di questa squadra che propone una difesa a tre che in fase di arretramento diventa a cinque, provando in ogni fase di gioco a mettere in pratica un recupero palla veloce e un gioco verticale. Germania, Scozia e Svizzera, la prima ad affrontarla nel torneo, stiano attente.
La Rosa:
Portieri: Dénes Dibusz (Ferencváros), Péter Gulácsi (Leipzig), Péter Szappanos (Paks).
Difensori: Botond Balogh (Parma), Bendegúz Bolla (Rapid Wien), Endre Botka (Ferencváros), Márton Dárdai (Hertha Berlin), Attila Fiola (Fehérvár), Miloš Kerkez (Bournemouth), Ádám Lang (Omonoia), Zsolt Nagy (Puskás Akadémia), Loïc Négo (Le Havre), Willi Orbán (Leipzig), Attila Szalai (Freiburg).
Centrocampisti: Dániel Gazdag (Philadelphia Union), Mihály Kata (MTK Budapest), László Kleinheisler (Hajduk Split), Ádám Nagy (Spezia), András Schäfer (Union Berlin), Callum Styles (Sunderland), Dominik Szoboszlai (Liverpool).
Attaccanti: Martin Ádám (Ulsan HD), Kevin Csoboth (Újpest), Kristofer Horváth (Kecskemét), Roland Sallai (Freiburg), Barnabás Varga (Ferencváros).
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