(ANSA) - TRIESTE, 25 MAG - Basta poco a suggestionare gli spettatori, venti, non di più: occorre ingegno e qualche bella trovata come sistemare il piccolo pubblico in una scatola di legno dove a stento ci si riesce a sedere su mini sgabelli, attrezzata con gli oggetti di un vecchio veliero, imporre il silenzio, far scorrere un po' d'acqua attraverso le fessure, diffondere i rumori di una tempesta e, quando l'unico attore dall'esterno apre una finestrina e recita "Chiamatemi Ismaele", tutti si sentono marinai del Pequod. Manca poco che a qualcuno non venga il mal di mare.
Teatro: Abbiati fa navigare gli spettatori con Ismaele
Spettacolo di 15 minuti, in 20 stretti nella chiglia del Pequod