(ANSA) - TRIESTE, 12 LUG - Ogni anno circa 800 infarti
miocardici dall'area di Trieste e Gorizia vengono ricoverati in
Cardiologia a Cattinara. Le terapie mirano a limitare il danno
ma sono fondamentali attività fisica regolare, stili alimentari
e astensione dal fumo.
Numerosi studi sono stati condotti sull'argomento, tra i quali
quello di Aneta Aleksova del Dipartimento di Scienze Mediche
dell'Università di Trieste che ha recentemente pubblicato uno
studio sul Journal of Clinical Medicine della Cardiologia.
Altri studi sono stati condotti al Polo Cardiologico di
Cattinara - Trieste si sono focalizzati su questo tema
evidenziando una sorprendente diffusione dell'ipovitaminosi D
nella popolazione generale triestina e una maggior prevalenza
di questa condizione tra soggetti con infarto miocardico. E'
stata anche dimostrata una correlazione con un maggior rischio
di eventi.
Uno studio prospettico 'osservazionale' recentemente condotto su
oltre 1000 pazienti arruolati presso la Sc Cardiologia
dell'Ospedale di Cattinara diretta da Gianfranco Sinagra in
collaborazione con l'Università di Udine e Perugia ha inoltre
dimostrato che l'impatto dell'ipovitaminosi D nel postinfarto
non è inferiore a quello del diabete e che le due condizioni
associate hanno un effetto additivo negativo, incrementando
ulteriormente il rischio di eventi avversi. Trattare
l'ipovitaminosi D potrebbe quindi essere una strategia semplice
ed a basso costo, efficace come il trattamento del diabete nel
migliorare la prognosi nel post IMA. In particolare alcuni
studi suggeriscono che l'esposizione solare delle sole estremità
per un periodo di tempo variabile dai 5 ai 30 minuti, tra le
10.00 e le 15.00 due volte a settimana sarebbe sufficiente a
garantire un apporto adeguato di vitamina D, riducendo così il
rischio di eventi cardiovascolari e contribuendo a migliorare la
sopravvivenza dopo infarto. Esporsi al sole camminando o facendo
attività fisica è ancora meglio. (ANSA).
Salute: importante ruolo vitamina D in infartuati
Studi condotti a Trieste anche dal prof. Sinagra