(ANSA) - ROMA, 01 DIC - La Procura di Roma è pronta a
chiudere le indagini a carico di 5 appartenenti ai servizi
segreti egiziani accusati del sequestro di Giulio Regeni. Lo ha
comunicato il procuratore Michele Prestipino al procuratore
generale d'Egitto, Hamada al Sawi, in un incontro in
videoconferenza.
"Il procuratore generale egiziano - riporta una nota congiunta -
nel prendere atto della conclusione delle indagini preliminari
italiane, avanza riserve sulla solidità del quadro probatorio" e
parla di "prove insufficienti". In ogni caso "la procura
generale d'Egitto rispetta le decisioni che verranno assunte,
nella sua autonomia, dalla procura della Repubblica di Roma".
Per "la Procura Generale d'Egitto l'esecutore materiale
dell'omicidio di Giulio Regeni è ancora ignoto". Hamada al Sawi
ha comunicato di "avere raccolto prove sufficienti nei confronti
di una banda criminale accusata di furto aggravato degli effetti
di Regeni che sono stati rinvenuti nell'abitazione di uno dei
membri della banda".
"Le strade tra le due procure non sono mai state cosi divise. In
questi anni abbiamo subito ferite e oltraggi di ogni genere da
parte egiziana, ci hanno sequestrato, torturato e ucciso un
figlio, hanno gettato fango e discredito su di lui, hanno
mentito, oltraggiato e ingannato non solo noi ma l'intero
Paese", scrivono Paola e Claudio Regeni e l'avv. Alessandra
Ballerini.
"Apprezziamo la risoluta determinazione dei nostri procuratori
che hanno saputo concludere le indagini, senza farsi fiaccare
ne' confondere dai numerosi tentativi di depistaggio, dalle
interminabili dilazioni e dalle mancate risposte egiziane", ma
"non possiamo che stigmatizzare una volta di più la costante e
plateale assenza di collaborazione da parte del regime che
continua a non rispondere alla rogatoria del 29 aprile 2019 e
non ha neppure voluto fornire l'elezione di domicilio dei 5
funzionari della National Security iscritti nel registro degli
indagati due anni fa".
"Crediamo che il nostro governo debba prendere atto di questo
ennesimo schiaffo in faccia e richiamare immediatamente
l'ambasciatore". Per i Regeni "serve un segnale di dignità
perché nessun paese possa infliggere tutto il male del mondo ad
un cittadino e restare non solo impunito ma pure amico" (ANSA).
Regeni: Pm Roma, andiamo avanti. Egitto: Prove insufficienti
I genitori: 'Dal Cairo subito oltraggi e ferite'