Friuli Venezia Giulia

Donna morta a Trieste: tracce del dna di Liliana su cordino

Laccio stringeva sacchetti in cui era infilata testa

Redazione Ansa

 Una traccia del dna di Liliana Resinovich è stata rinvenuta sul cordino che stringeva i due sacchetti di nylon nei quali era infilata la testa della 63enne, il cui cadavere è stato trovato il 5 gennaio nel boschetto dell'ex ospedale psichiatrico di San Giovanni a Trieste. E' quanto emerge dai laboratori della Scientifica, che hanno comparato il materiale genetico rinvenuto sul cordino con quello della donna, estratto nel corso dell'autopsia. Lo riporta il Corriere della Sera.
    "Confermo, sul cordino è stato trovato il dna della Resinovich", ha detto il procuratore di Trieste, Antonio De Nicolo. Liliana potrebbe quindi anche essersi stretta da sola il cordino al collo dopo aver infilato la testa nei sacchetti: circostanza "possibile", secondo il medico legale. Si rafforza dunque - conclude il quotidiano - l'ipotesi del suicidio.
    La traccia trovata sul cordino ha però un dna misto: sullo stesso punto, oltre al dna di Liliana ne è stato trovato un altro, molto debole, difficile da attribuire ad alcuno.
    Eventualmente si potranno fare comparazioni con quello di persone interessate alle indagini.
    Resinovich era scomparsa dalla sua abitazione di via Verrocchio lo scorso 14 dicembre. Il suo cadavere era stato trovato dopo una ventina di giorni in un'area boschiva dello stesso rione. L'autopsia aveva stabilito che la donna era morta per scompenso cardiaco acuto; sul corpo non erano stati rilevati "traumi da mano altrui atti a giustificare il decesso". La Procura non aveva quindi escluso il suicidio. Per chiarire i contorni della vicenda, sono stati disposti esami tossicologici e analisi di laboratorio su vari reperti.
    Sul caso è stato aperto un fascicolo per sequestro di persona. Al momento non risultano indagati. 
   

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