(ANSA) - TRIESTE, 31 MAG - Siamo sicuri che i desideri al cui
esaudimento consapevolmente aneliamo siano davvero i nostri
desideri più forti e profondi? E siamo davvero sicuri che la
vita degli esseri umani non sia una gigantesca piece? Piuttosto
che rispondere a quesiti, la rilettura teatrale di "Stalker", il
film del 1979 di Andrej Tarkovskij, somiglia a un capitombolare
tra gli interrogativi.
La messa in scena de "La Zona" (nell' ambito della
manifestazione multidisciplinare Approdi futuri), come è stata
ribattezzata dai promotori, in realtà è un ritorno sulle scene,
dopo ventuno anni dal primo allestimento (al Magazzino 17 nel
Porto Vecchio di Trieste) e dopo quattro dall'ultima produzione
alla Kleine Berlin. Ed è qui, in questo inquietante rifugio
antiaereo costruito durante la seconda guerra mondiale da
nazisti e da italiani (da qui il nome Kleine Berlin), che si
svolge "La Zona". Questa edizione ha visto in scena gli attori
Giovanni Boni (Scrittore), Lorenzo Acquaviva (Stalker), Lorenzo
Zuffi (Scienziato).
Tarkovskij non era l'autore di questo lavoro, ma si era
ispirato al romanzo Picnic sul ciglio della strada (1971) dei
fratelli Arkadij e Boris Strugackij.
Il direttore artistico di Approdi, Lorenzo Acquaviva,
distingue tra Tarkovskij e Putin "in un periodo in cui la grande
cultura di un popolo viene identificata col suo dittatore". E
giudica il testo "sempre contemporaneo e attuale, analizza l'
uomo nei suoi anfratti più profondi." La storia è suggestiva:
sulla Terra hanno soggiornato forme di vita aliena che hanno
lasciato vari reperti. Tra questi, una sfera d'oro in una stanza
il cui potere è esaudire i desideri umani. Gli stalker sono
uomini "speciali" che individuano le persone meritevoli di
essere portate nella Zona; ora tocca a uno scrittore e a uno
scienziato. (ANSA).
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