(ANSA) - TRIESTE, 19 LUG - "Eddie, dobbiamo tornare a stare
sulle barricate, lottare per la vita e la speranza. Eddie, dopo
quel 19 luglio e dopo le altre stragi, le bombe a Roma, Firenze
e Milano i mafiosi hanno imparato ad agire nell'ombra, hanno
virato verso una pressione che si manifesta poco con le armi e
molto più con il potere dei soldi, con l'inquinamento del
tessuto sociale ed economico e nessuna regione è esente.
"Oggi c'è il pericolo strisciante della normalizzazione", ha
aggiunto don Ciotti, durante la messa, ed "è bene che la parola
antimafia vada in quarantena". "E' una bandiera - ha spiegato a
margine - che tutti usano e dietro la quale c'è qualcuno che la
usa come carta di identità per fare i propri affari e i propri
interessi".
Presenti alla celebrazione - a cui hanno partecipato, tra gli
altri, il Questore di Trieste, Pietro Ostuni, e il prefetto di
Trieste, Annunziato Vardè - i familiari di Cosina, nato in
Australia e poi trasferitosi a Muggia (Trieste). "Per noi non
sono passati 30 anni, ma un minuto. Abbiamo imparato a convivere
con il dolore, trasformarlo in energia positiva. La memoria è
l'unica forma di giustizia che possiamo dare alle vittime delle
stragi del '92", ha detto Silvia Stener, nipote di Cosina.
(ANSA).
Borsellino: don Ciotti ricorda scorta,'tornare su barricate'
Messa a Trieste in suffragio agente Eddie Walter Cosina