(ANSA) - TRIESTE, 26 LUG - Le attività umane hanno
determinato un declino pervasivo della salute e del benessere
del mondo naturale, come uso eccessivo della terra e del mare,
raccolta eccessiva di molte piante e animali, cambiamento
climatico. Una tendenza questa che aumenterà ancora, peggiorando
la situazione.
come le piante, principale fonte per l'ingresso di energia e
massa nella biosfera. Ne è convinta Sandra Diaz (University of
Cordoba, Argentina) docente di ecologia, intervenuta oggi al
workshop Quantitative Human Ecology organizzato dalla Fondazione
Int. Trieste (FIT), ICTP, Sante Fe Inst. e SISSA;
co-sponsorizzato da Missione USA in Italia, in corso all'ICTP di
Trieste. Il convegno, che si concluderà il 29 luglio, vuole
definire un'agenda di ricerca perché le scienze di base possano
contribuire alla sostenibilità.
Per la studiosa, tra le circa 391.000 specie vegetali
conosciute possono esserci modelli generali più utili,
specialmente per i tipi di strutture vegetali fisiche che
tendono a prosperare. Individuare tali modelli potrebbe fornire
indizi sul futuro e su come agire al meglio per aiutare a
preservare la natura.
Michel Dacorogna (University of Zurich, Svizzera), invece,
che si occupa di matematica assicurativa, gestione del capitale
e rischi, sottolinea che le moderne società "ricche" hanno molto
da perdere e dunque devono essere assicurate per evitare
perdite, specificando che, però, i rischi sul pianeta stanno
aumentando. Ad esempio, a causa della crescente concentrazione
della popolazione umana in aree pericolose, della mobilità
umana. Se si sviluppano nuove tecnologie, emergono anche nuovi
tipi di rischi, come per esempio gli attacchi informatici. In
generale, i rischi crescono perché assistiamo a un aumento della
velocità nel progresso e a una diminuzione dei tempi per
prendere le decisioni. Per Dacorogna, la società può diventare
più "matura" ma solo se comprende che il rischio è una
componente essenziale del progresso e dell'innovazione. (ANSA).
Sostenibilità: dalle piante nuovi indicazioni per migliorare
Workshop Quantitative Human Ecology a Trieste tra Italia e Usa