(ANSA) - TRIESTE, 03 SET - E' la giornata della mobilitazione a Trieste. Un'intera città scende compatta in piazza a fianco di Cgil, Cisl e Uil per difendere lavoro, industria, competenze, know how.
da parte dell'azienda.
Un appuntamento chiave questo, in vista del 7 settembre quando sarà riconvocato il tavolo al Mise per discutere la vertenza anche con l'azienda. Le istituzioni in queste settimane hanno fatto fronte comune per scongiurare i licenziamenti. "Siamo pronti a emendare i provvedimenti in itinere", come il dl Aiuti bis, per inasprire le norme sulla delocalizzazione, ha rilanciato oggi il ministro del Lavoro, Andrea Orlando, visitando in mattinata il presidio a oltranza dei lavoratori davanti ai cancelli della Wartsila. L'obiettivo, ha spiegato, è tornare alla versione originale della norma "fortemente aggredita da Confindustria e dalla destra": "se c'è un ravvedimento lo possiamo dimostrare in Parlamento", è il suo invito. "Se tutti siamo uniti - ha insistito la presidente Pd alla Camera Debora Serracchiani - vuol dire che a quelle norme
daranno l'assenso anche altre forze politiche".
Alla manifestazione nel pomeriggio ci sono i segretari generali di Fim, Fiom e Uilm e il loro striscione: "Industria è futuro". Ci sono i lavoratori, i sindaci del territorio, le
istituzioni, la politica bipartisan, il presidente di Confindustria Alto Adriatico, Michelangelo Agrusti, il vescovo mons. Giampaolo Crepaldi, la Camera di commercio, rappresentanti del giornalismo. C'è la città e ci sono i bambini, il futuro. E c'è il presidente del Friuli Venezia Giulia, Massimiliano Fedriga, che ha annunciato il ricorso da parte della Regione contro la comunicazione di Wartsila. "Sono contento che Orlando oggi - afferma - si sia reso disponibile a cambiare la sua stessa norma" sulle delocalizzazioni "perché evidentemente, seppur scritta in buona fede, ha creato una situazione che va contro l'interesse di un paese e dei lavoratori. Su questo siamo
disponibili a collaborare e a scrivere le correzioni necessarie". Ma il ministro delle Politiche agricole, il triestino Stefano Patuanelli, da Udine, dove in mattinata si
trova per un evento elettorale, avverte: "Oggi sfila chi bloccò la norma sulle delocalizzazioni". E ancora, "non mi piacciono le passerelle elettorali".
Il corteo parte da Foro Ulpiano, nell'area antistante il tribunale, con tante bandiere sindacali e di alcune organizzazioni politiche. C'è il sostegno del Coordinamento
lavoratori portuali di Trieste, dell'Ugl e dell'Usb. Ci sono gli striscioni di altre aziende, da Flex a Electrolux Zanussi. L'arrivo è nella centrale piazza Unità e gli interventi sono preceduti da un minuto di silenzio per i morti sul lavoro. "La partita è ancora aperta", dice il segretario generale di Fiom, Michele De Palma, che si rivolge al presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, per chiedere di impegnare il Governo "a fermare il conto alla rovescia messo in piedi da Wartsila e bloccare i licenziamenti". I sindacati attendono l'incontro al Mise. "Risolvere a Trieste la vicenda Wartsila significa anche dare un segnale che l'industria non è di fronte al deserto",
osserva il segretario generale della Fim Roberto Benaglia. "Siamo disponibili a discutere a una condizione, che il lavoro venga al primo posto", puntualizza il segretario generale della Uilm, Rocco Palombella. Dopo gli interventi la manifestazione si scioglie, la "lotta" continua al presidio davanti ai cancelli di Wartsila. (ANSA).