Friuli Venezia Giulia

Burkini: Scoccimarro, stamani cortocircuito girotondino

Dure critiche alla sinistra da parte del dirigente FdI

Redazione Ansa

(ANSA) - TRIESTE, 20 AGO - "Quanto avvenuto stamattina al bagno Pedocin di Trieste rappresenta l'ennesimo cortocircuito girotondino del progressismo in salsa radical chic". Lo scrive in una nota il dirigente e consigliere di FdI Fabio Scoccimarro, in merito alla manifestazione di stamani, "Se da una parte invero, si intraprendono i sentieri della difesa della donna, ascrivendosene come polo politico la responsabilità di rappresentarne le istanze di dignità ed uguaglianza contro la destra sempre dipinta come cattiva e patriarcale, dall'altra ne si difende il 'diritto' di manifestarsi pubblicamente come sottomessa in un luogo tipico del tempo libero", prosegue Scoccimarro. "La si presenta come libera scelta per non incappare accidentalmente in quel giudizio polarizzato 'civile-incivile' che per fortuna il pensiero occidentale, grazie anche ad illustri pensatori di Sinistra, ha abbandonato dal post-colonialismo in poi". Per Scoccimarro "la sinistra coeva dunque, per non rendere evidente che una donna coperta da capo a piedi al mare rappresenta una sconfitta per l'emancipazione femminile e per tutte le volte per cui le donne si sono battute per disporre pienamente della loro fisicità, si ricorre alla fantomatica volontarietà del gesto. Questa sedicente volontarietà sarebbe tale solo se fosse vero il contrario, ovvero se allo stesso modo potessero scegliere senza paura, senza ritorsioni e pressioni alcune, di poter comodamente usare un costume da bagno. Qualcuno - continua la nota - l'ha messa sulla questione di igiene accampando spericolate comparazioni tra l'inquinamento delle navi da crociera e quello dei vestiti in acqua. Qualcuno tratta la questione secondo complicatissimi trattati di religione comparata tra la tradizione giudaico-cristiana e quella islamica". Segnalando le "situazioni potenzialmente pericolose" indossando i vestiti in mare, Scoccimarro evidenzia che "in assenza di regolamenti specifici, serve affidarsi agli usi e costumi del luogo", sottolineando che "Trieste ha una storia di grande accoglienza e sensibilità per le minoranze". E conclude: "Avremmo meno bisogno di flash mob e più esami di cultura e società". (ANSA).
   

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