Friuli Venezia Giulia

Gianni Amelio, 'Campo di battaglia' contro ogni guerra

Ambientato nel 1917 gira a Udine con Borghi tra i protagonisti

Redazione Ansa

(ANSA) - UDINE, 27 OTT - Un film contro ogni guerra, perché la guerra "è una malattia da sradicare, dalle radici inafferrabili", che attraversa e coinvolge anche oggi tutto il mondo, dal Medio Oriente all'Ucraina. E' l'idea di fondo sottesa a "Campo di battaglia", la nuova opera del regista Gianni Amelio, maestro del cinema italiano che sta terminando a Udine le riprese, svoltesi prima in diverse altre località del Friuli Venezia Giulia, che con ogni probabilità, ha annunciato, uscirà nelle sale tra un anno circa.
    "La guerra non è finita purtroppo e quindi siamo obbligati dalla nostra coscienza a fare ancora film sulla guerra, a parlare di questa cosa assurda e tragica dell'odio tra esseri umani". Amelio, affiancato dai tre attori protagonisti, Alessandro Borghi, Federica Rossellini, Gabriel Montesi, ha illustrato alcuni dei motivi ispiratori dell'opera, anticipando qualche elemento della trama. Ambientato nel 1917, all'epoca della Grande Guerra, il film racconta l'amicizia tra due giovani, Stefano e Giulio, medici in un ospedale militare, con visioni politiche opposte e innamorati della stessa donna, Anna. "Non è un film di guerra - ha precisato Amelio - che spesso al cinema diventa un'avventura, ma un film sulla guerra. E' un film molto emotivo, dove i tre protagonisti vivono una storia molto forte, aspettiamoci qualcosa che ci scuote nel fisico e nelle coscienze". I tre interpreti hanno raccontato il loro rapporto con i luoghi delle riprese, avvenute in sei settimane tra Udine, Gorizia, Cormons, Codroipo, Tolmezzo e Venzone, che hanno dato loro molto in termini umani e professionali. Soffermandosi sulla scelta delle location, operazione supportata da Fvg Film Commission, ente regionale che è parte di PromoturismoFvg, il regista ha evidenziato la sua esigenza di "assoluta autenticità". "Sono venuto a girare a Udine e negli altri centri di questa regione non perché sono luoghi belli e affascinanti, magari da spacciare per altri posti, ma perché lo esigeva la storia del mio film, che è parte di questa terra e appartiene alla sua gente".
    (ANSA).
   

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