(ANSA) - UDINE, 17 NOV - "La storia che questo villaggio ex
minerario racconta porta alla luce il conflitto che si vive nel
resto d'Europa, a fronte delle migrazioni. E ci dimostra
chiaramente che la disperazione è il terreno di coltura
dell'estrema destra.
"Conosciamo il razzismo che circola - ha commentato Loach - e
in questo film abbiamo cercato di spiegare che anche la brava
gente, le persone comuni, nelle circostanze sbagliate possono
trovarsi collegato a posizioni e comportamenti razzisti, ma solo
se capiamo questo meccanismo in profondità - ha aggiunto - lo
possiamo combattere".
Loach ha riflettuto poi sulla "speranza oscena" citata da un
personaggio del film. "E vero che la speranza può essere
qualcosa di osceno quando sentiamo quotidianamente notizie di
disastri, guerre, conflitti industriali, il crollo dei servizi
pubblici, le violenze che si stano verificando a Gaza - ha
affermato Loach -, tuttavia, come dice lo stesso personaggio, se
smettiamo di sperare il nostro cuore smette di battere".
Ed è proprio una parola di speranza che Ken Loach ha
consegnato alla platea. "Il cambiamento avverrà - ha detto - ma
dobbiamo lavorare sodo per attuare un cambiamento. La speranza,
come nostra forza collettvia, ha una buona chiance, e quello che
cerchiamo di dire nel film - ha aggiunto - è che la solidarietà
reciproca può essere il nostro primo passo". Infine una battuta:
"Se vogliamo uscire dal caos in cui ci troviamo, tocca a me e a
voi, ma siccome sono molto vecchio, adesso tocca a voi". (ANSA).
Loach, la disperazione è terreno di coltura dell'estrema destra
'La speranza è oscena se pensiamo a Gaza, ma dobbiamo sperare'