(di Francesco De Filippo)
(ANSA) - TRIESTE, 21 DIC - SAMUEL BECKETT, ROMANZI, TEATRO E
TELEVISIONE (MERIDIANI MONDADORI; 1.940 PAG.
"Romanzi, teatro e televisione" raccoglie i principali testi
narrativi e quasi tutte le pièce teatrali, oltre agli scritti
per radio e televisione, a testimonianza di una perenne ricerca
e una volontà di sperimentazione.
Non fu un pregiudizio soltanto italiano. "Theodor W.Adorno
aveva capito Beckett, e divenne il suo più grande critico -
puntualizza Gabriele Frasca, scrittore e poeta a sua volta -
Capì che se c'era un autore che poteva veramente rappresentare
le istanze di una liberazione era proprio Beckett perché
affrontava la realtà di faccia. E te la presentava per quella
che era". Al contrario, indica ancora Frasca, "la lettura che ne
fece Gyorgy Lukács era quella di una letteratura borghese di
ultimo rango". Anche Bertolt Brecht lo capì, ma nutriva qualche
pregiudizio nei confronti di Beckett. D'altronde, spiega ancora
il curatore, "la sinistra ignorava perfino che avesse fatto la
Resistenza e se lo si è saputo è solo grazie a una biografia non
autorizzata pubblicata intorno agli anni '80". Infatti lui, da
Parigi dove si era trasferito, non potendo arruolarsi in quanto
irlandese, traduceva da una lingua all'altra le informazioni
clandestine sui movimento delle truppe naziste. Fino a quando
dovette fuggire con la moglie Suzanne Dechevaux-Dumesnil
attraversando a piedi la Francia fino a un paesino sulle Alpi
dove si sarebbero nascosti. Un'esperienza terribile che gli
avrebbe ispirato il romanzo "Watt", "comico, che non parla di
guerra ma è sulla guerra, scritto la sera quando tornava a casa
dopo una dura giornata da contadino, stanchissimo". In quegli
anni, al contrario, Brecht, che a guerra finita sarebbe tornato
in Germania, ma a Est, per sfuggire ai nazisti era riparato
negli Stati Uniti.
Polemiche a parte, il Meridiano di Beckett (autore pubblicato
sempre da piccoli editori) non solo riordina il puzzle delle sue
opere ma ne sancisce la grandezza e lo fa riemergere dal
dimenticatoio nel quale è precipitato. Di lui si ricorda un
titolo (non l'opera), "Aspettando Godot", assurto a sorta di
slogan della vita, di saggio proverbio. "Per salvare Beckett ho
capito che l'unica era convincere Mondadori a fare un Meridiano,
prestigioso di per sé ma anche prodromico agli Oscar, così che
tornerà ad essere 'cheap', potranno comprarlo i ragazzi: le
collane economiche sono fondamentali". Frasca è convinto che che
"il Meridiano andrà benissimo, perché c'è molta voglia di questo
autore". (ANSA).
Beckett, il più politico, riemerge dal dimenticatoio
Con un Meridiano curato da Frasca. Prima edizione commentata.