Friuli Venezia Giulia

Indagine, in Fvg calo 4mila assunzioni nei primi 9 mesi

Ires su dati Inps, raddoppio licenziamenti disciplinari dal 2014

Redazione Ansa

(ANSA) - UDINE, 22 DIC - Nei primi nove mesi del 2023 il numero di assunzioni in Friuli Venezia Giulia nel settore privato, esclusi i lavoratori domestici e gli operai agricoli, è diminuito del 3,2% rispetto allo stesso periodo dell'anno scorso, pari a circa 4.000 unità in meno. La provincia di Pordenone presenta il passivo più consistente (-7,8%), seguita da Udine (-4,9%). L'area giuliana (+1,9%) e quella isontina (+2,7%) mostrano dei moderati incrementi. Lo ha reso notooggi il ricercatore dell'Ires Fvg Alessandro Russo che ha rielaborato a livello regionale dati Inps.
    Nello specifico, in regione si rileva una flessione del 15,2% dei nuovi contratti di lavoro in somministrazione, pari a quasi 3.900 unità in meno. Il Fvg è una delle regioni dove tale andamento è stato particolarmente negativo, soprattutto nelle province di Udine (-22,5%) e Pordenone (-20,1%). Le assunzioni in somministrazione sono diminuite soprattutto per quanto riguarda la componente femminile (-19,8%, contro -11,4% degli uomini). La flessione ha inoltre riguardato in misura maggiore le assunzioni di lavoratori italiani (-17%, contro -12,2% degli stranieri. Le assunzioni a tempo indeterminato evidenziano una contrazione, sebbene più contenuta (-4,5%, 83). Diminuito anche il numero di nuovi rapporti di lavoro in apprendistato, rivolti alle persone più giovani (-7,3%, pari a -410). Al contrario, si rilevano significativi incrementi per i contratti di lavoro intermittente (+8,1% in regione e +23,1% in provincia di Pordenone), molto utilizzati nell'ambito dei servizi di alloggio, ristorazione e nel commercio al dettaglio. Risulta sostanzialmente stabile l'andamento delle assunzioni a tempo determinato (-0,2%) e di quelle stagionali (+0,4%). Le dimissioni dei lavoratori, evidenzia l'Ires, "sono sempre più diffuse e costituiscono ancora la motivazione di gran lunga principale dell'interruzione dei rapporti di lavoro a tempo indeterminato". Tra il 2014 e il 2023 è aumentata l'incidenza dei licenziamenti disciplinari dei lavoratori a tempo indeterminato (dal 2,5% del totale nel 2014, all'attuale 5,5%).
    (ANSA).
   

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