Friuli Venezia Giulia

Fillea Cigl, 'dal 2020 quasi 500 nuove imprese edili in Fvg'

Sindacato: 'Bilancio di fine anno positivo ma con criticità'

Redazione Ansa

(ANSA) - TRIESTE, 27 DIC - Il settore edilizio in Friuli Venezia Giulia nel 2023 chiude con un bilancio positivo, con aumenti di imprese e di addetti, ma restano alcune criticità da risolvere nel 2024, relative soprattutto alla manodopera. È in sintesi il resoconto presentato oggi a Trieste da Fillea Cgil, la Federazione italiana dei lavoratori del legno, dell'edilizia, delle industrie affini ed estrattive.
    In regione, nell'anno che si sta per concludere, si sono registrate quasi 500 imprese in più rispetto al 2020 nell'edilizia e 4mila nuovi lavoratori. A oggi gli imprenditori del settore sono 2.300 circa e 11mila le maestranze operative nei cantieri. Un comparto che, è stato ricordato, rappresenta in termini di investimenti l'8,4% del Pil regionale, con un aumento tra il 2022 e il 2023 di circa il 16% degli investimenti rispetto agli anni precedenti. Un salto in avanti dovuto prevalentemente a incentivi fiscali, tra bonus e superbonus.
    "Resta però da capire - è stato sottolineato - cosa farà il governo dopo questi superbonus, anche perché siamo convinti che senza incentivi le persone nei condomini non avrebbero affrontato questi lavori".
    Un altro nodo da risolvere, secondo Fillea Cigl, riguarda il rispetto della legalità e la mancanza di manodopera: "Abbiamo richiesto, e in parte già avuto, incontri con le Prefetture regionali per predisporre un osservatorio sulla salute, la sicurezza e la regolarità nell'edilizia. Inoltre è fondamentale lavorare sull'inserimento socio lavorativo degli addetti per una maggior integrazione, perché a Trieste, come in altre città, la maggior parte della manodopera è straniera con evidenti problemi, linguistici e non solo. Perchè la manodopera in generale manca a livello locale". Secondo il sindacato, il 2024 "sarà all'insegna di una generale tenuta, anche se negli ultimi mesi stiamo assistendo a una flessione generale, dovuta alla prospettiva della fine degli incentivi fiscali". (ANSA).
   

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