(ANSA) - TRIESTE, 19 FEB - C'è qualcosa che lega Julius
Robert Oppenheimer, il protagonista del film che ha fatto
incetta di Bafta ieri sera conquistando tra l'altro il premio
per il miglior film, e la città di Trieste: l'eminente fisico
inventore della bomba nucleare fu parte del Consiglio
scientifico che fece nascere l'Ictp (International Centre for
Theoretical Physics), l'istituto scientifico che fa capo all'Onu
voluto fortemente dal fisico pachistano e premio Nobel Abdus
Salam. Una iniziativa realizzata con l'ambizione universalistica
di veder lavorare fianco a fianco gli scienziati di tutto il
mondo senza distinzione di alcun tipo, superando tensioni
geopolitiche o limiti imposti dal livello di sviluppo del Paese
di provenienza.
La missione del Centro tendeva anche a rimarginare la ferita
che l'invenzione del Progetto Manhattan diretto da Oppenheimer
aveva determinato, lasciando il mondo frammentato e sotto la
minaccia nucleare. Una foto scattata a Vienna ritrae
Oppenheimer, pipa in bocca, assieme a un gruppo di scienziati al
quartier generale dell'Agenzia internazionale per l'energia
atomica (Iaea), a Vienna, nella prima riunione del Consiglio
scientifico dell'Ictp nel 28 maggio 1964. Il 13 settembre
successivo, Oppenheimer andò a Trieste per partecipare alla
seconda riunione del Consiglio in quella che fu la prima sede
del Centro, in piazza Oberdan. Non poté invece tornare e
partecipare ai successivi incontri per problemi di salute
(sarebbe morto pochi anni dopo, nel 1967), ma inviò una lettera,
in cui espresse la sua soddisfazione per i dialoghi tra esperti
statunitensi e accademici dell'Unione Sovietica avviati proprio
grazie all'Ictp.
"In questi otto o nove mesi di attività, il Centro è divenuto
un punto di riferimento per fruttuose collaborazioni tra esperti
degli Stati Uniti e dell'Unione Sovietica su temi quali la
fisica del plasma. Senza il Centro di Trieste, dubito che questa
collaborazione sarebbe mai iniziata", scrisse. (ANSA).
Bafta, quando Oppenheimer andò a Trieste per l'Ictp
"Senza l'istituto non ci sarebbero stati dialoghi Usa-Urss"