(di Valeria Pace)
(ANSA) - TRIESTE, 09 APR - Garantire a tutti i Paesi del
mondo gli strumenti scientifici per affrontare le sfide del
clima che cambia e assicurare l'accesso equo all'Intelligenza
artificiale (IA). Queste sono le priorità per i prossimi decenni
individuate da Atish Dabholkar, fisico indiano e direttore
dell'International Centre for Theoretical Physics (Ictp) di
Trieste, istituto che fa capo a due agenzie dell'Onu e al
governo italiano.
Certo, le cifre del passato sono notevoli. Nei 60 anni
trascorsi da quando fu fondato per il volere del premio Nobel
pakistano Abdus Salam, il Centro "ha accolto circa 200mila
studiosi da tutto il mondo - dice Dabholkar - due terzi dei
quali provengono da Paesi in via di sviluppo". Un luogo "dove un
giovane studente etiope può parlare con premi Nobel, tornare a
casa e contribuire a creare una comunità scientifica globale".
Tra le missioni del Centro c'è infatti promuovere l'eccellenza
scientifica nel mondo, eliminare il crescente gap di conoscenze
e far progredire la cooperazione internazionale attraverso la
scienza.
Il Centro fu fondato durante la guerra fredda al confine sud
della cortina di ferro: era l'unico posto in cui gli scienziati
dei due blocchi potevano incontrarsi. Oggi, in un mondo di
conflitti incandescenti ma dalle sfide "globali", come "quella
del clima", per Dabholkar "l'Ictp è un tesoro da preservare".
Anche perché continua a consentire a scienziati di Paesi tra
loro in conflitto di lavorare fianco a fianco: tra gli studiosi
ospiti "ci sono afghani, iraniani, israeliani, palestinesi,
ucraini, russi". Proprio sul clima, Dabholkar è convinto che il
Centro possa giocare un ruolo importante. "Si stanno elaborando
modelli predittivi ad alta risoluzione", ma perché "i Paesi in
via di sviluppo possano beneficiarne" avviando "politiche di
adattamento" devono esserci "nel Paese comunità di scienziati
che capiscano il modello e abbiano fiducia nella sua solidità
scientifica" e che "possano dire quali sono i parametri
importanti per la loro realtà". Dunque, devono conoscere "gli
algoritmi di IA su cui si basa", argomenta Dabhokar. È
"importante" quindi, garantire "un accesso equo al calcolo
scientifico", il gruppo di tecnologie e saperi che comprende
machine learning, supercomputer, data science e calcolo
quantistico. A tal fine, l'Ictp ha lanciato "il Consorzio
internazionale per il calcolo scientifico, a cui hanno già
aderito diverse nazioni, tra cui Sudafrica e Indonesia" con
l'obiettivo di togliere il monopolio a "poche aziende in
California" e diffondere i saperi in tutto il mondo. (ANSA).
ANSA/Ictp, a 60 anni ora guarda al futuro tra IA e clima
Parla direttore centro Onu di fisica teorica Trieste, Dabholkar