(ANSA) - TRIESTE, 16 LUG - Avrebbe consegnato per due volte ingenti partite di droga utilizzando un'auto coperta da immunità diplomatica, essendo lui stesso un diplomatico. Si tratta di un cittadino yemenita, Tariq Mohammed Hussein, del corpo diplomatico dello Yemen, arrestato in Olanda in esecuzione di un mandato d'arresto europeo della Procura di Roma.
All'uomo sono contestati i reati di associazione per delinquere finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti e i due casi di concorso in detenzione e trasporto di droga, relativi a 5 chilogrammi di cocaina consegnati a Fiano Romano nel dicembre 2020 e a cento chilogrammi di hashish, a Roma, nel gennaio 2021. Il reato di associazione si configura in quanto faceva parte di una banda capeggiata da Antonio Gala e dai fratelli Fabrizio e Simone Capogna, dedita appunto al traffico di droga, e per aver custodito droga nella sua casa, dove conviveva un cittadino brasiliano.
L'organizzazione gestiva centinaia di milioni di euro derivanti dal traffico di droga che poi riciclava attraverso cittadini cinesi. Le indagini erano state avviate proprio in merito al riciclaggio, poi la polizia era risalita al traffico di stupefacenti. In possesso di prove e anche di video attestanti il coinvolgimento di Hussein, acquisite nell'ambito dell'inchiesta, la polizia non era però potuta intervenire in forza dell'immunità diplomatica. Quando però l'uomo è stato trasferito in Olanda, le autorità dei Paesi bassi lo hanno bloccato nel breve periodo di 'vacatio' tra la richiesta di accreditamento per l'immunità diplomatica e la sua autorizzazione.
Alexandro Tirelli, presidente Camere penali internazionali, sottolinea che "i fatti emersi sono gravissimi ed e' certo spiacevole che l'ambasciata yemenita pare non aver effettuato le opportune verifiche sul personale e sull'uso delle vetture targate corpo diplomatico". Inoltre "perplessità" è stata espressa anche in merito alla "totale indifferenza della missione diplomatica musulmana rispetto alla convivenza dell'uomo con il giovane brasiliano, cosa certo straordinaria per quella cultura; quest'ultimo ha poi confessato, gettando una luce opaca su tutta la rappresentanza diplomatica". Se "sarà la magistratura a stabilire eventuali responsabilità", per Tirelli "spaventano le ramificazioni della malavita romana anche in questi ambienti".