Friuli Venezia Giulia

Banda ferisce ragazzi: migranti a Trieste, 'la città è sicura'

Ics, 'molti però dicono di aver paura,c'è devianza come altrove'

Redazione Ansa

(ANSA) - TRIESTE, 05 AGO - Sono arrivati a Trieste da poco, qualcuno appena ieri, ma la percezione sulla città è chiara e netta: "è sicura". All'indomani dell'aggressione e delle molestie denunciate da quattro cittadini pachistani, da parte di una quindicina di cittadini afghani, i gruppi di migranti che quotidianamente si radunano nella centrale piazza Libertà ammettono di non conoscere i dettagli sull'episodio di violenza.
    Ma l'impressione, dicono, è che Trieste "is not dangerous", non è pericolosa. Tra di loro c'è un giovane che non avendo trovato altra soluzione dorme all'addiaccio da un mese: "Non ho mai avuto paura", spiega.
    Piazza Libertà è luogo di ritrovo e "socialità", anche per intervento di Onlus come Linea d'ombra, che si occupa di migranti in transito: "Ai margini della città succedono episodi di violenza, dovuti a migranti che sono qui da tempo: sono situazioni che si lasciano marcire - spiega Gian Andrea Franchi, tra i fondatori dell'associazione - noi garantiamo un certo tipo di ordine, non c'è paura".
    Ma a fronte di queste testimonianze, il presidente del Consorzio italiano di solidarietà-Ufficio rifugiati, Gianfranco Schiavone, sostiene che a Trieste esiste preoccupazione tra i migranti: "Molti si lamentano della situazione e dei connazionali, hanno paura di questi episodi" di devianza. "Ci sono bande che si formano. Ma la situazione non è più difficile che altrove. Questa è una situazione generalizzata in Italia.
    Molti hanno dormito su una presunta tranquillità e assenza di disagio sociale che invece a Trieste c'è come in altre parti".
    L'episodio di ieri, conclude Schiavone, è un "fatto di cronaca nera che va trattato come tale e non inquadrato nella questione immigrazione". A Trieste "è evidente che ci sono tra i più giovani dei processi di imitazione che passano da italiani a stranieri e da stranieri a italiani: su questo bisognerebbe riflettere. Sono comportamenti antisociali frequenti, al di là della nazionalità". (ANSA).
   

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