(di Alice Fumis)
(ANSA) - TRIESTE, 17 AGO - Spicca da sola nel buio di una
piccola sala della Casa delle Esposizioni e rappresenta una
delle tante declinazioni del coraggio, virtù che fa da leitmotiv
alla mostra. Il coraggio in questo caso è quello divino, l'opera
- un exploit di pathos e chiaroscuri - è la Presa di Cristo
nell'orto degli ulivi, attribuita a Caravaggio.
Poche strade - strette e impervie - e poche case, ma il via
vai a Illegio è continuo: un "miracolo" dell'arte. La mostra "Il
coraggio" è stata inaugurata a giugno con una lettera che papa
Francesco ha scritto al curatore, don Alessio Geretti. E'
composta da 40 capolavori, di cui 11 provenienti da collezioni
inaccessibili al pubblico; tutti insieme tracciano un percorso,
tra dipinti e sculture, di 2.500 anni che parte dall'antica
Grecia e giunge alla metà del Novecento. La firma di Caravaggio
è sicuro un richiamo, ma lo sono anche, tra gli altri, il
Perugino, Gian Lorenzo Bernini, il Guercino, Vassilij
Kandinskij, Arnaldo Pomodoro e tanti altri.
L'arte raccontata lassù in montagna piace e l'idea così come
concepita da don Geretti ha saputo attirare nel tempo anche
l'attenzione delle più alte cariche dello Stato. Tra i
visitatori nel 2012 arrivò l'allora presidente della Repubblica,
Giorgio Napolitano, mentre il prossimo settembre l'albo delle
presenze attende la firma di Sergio Mattarella. "Coloro che
visiteranno la Casa delle Esposizioni, per mezzo delle opere
d'arte potranno ammirare il genio umano ma anche apprezzare i
doni che Dio ha concesso all'uomo per collaborare alla
Creazione. D'altronde, lungo la sua storia, la Chiesa ha sempre
accolto e coltivato la bellezza come via privilegiata per
trasmettere al mondo il messaggio di Cristo", ha scritto il
Papa, incoraggiando il curatore a "portare avanti l'audacia di
questo sogno".
Il viaggio alla Casa delle Esposizioni è guidato: a
raccontarlo è un gruppo di giovani che ogni ora scorta gruppetti
di visitatori in uno stretto labirinto di stanze. Qui esplodono
i colori dei sentimenti, così come interpretati da Kandinskij, o
si indaga la parte interiore di una banale sfera, grazie a
Pomodoro: è l'arte che si fa coraggio.
Spazio poi agli eroi dell'antico testamento, come Sansone che
a mani nude squarta un leone (Bernini); al coraggio della fede,
con il San Sebastiano apollineo del Perugino, e al coraggio
delle battaglie, quelle di Garibaldi (Plinio Nomellini) o di
Luisa Sanfelice in carcere (Gioacchino Toma).
A Illegio dal 2004 a oggi sono giunte 1.500 opere da ogni
museo e collezione, 600mila sono stati i visitatori. Un miracolo
dell'arte che ha fatto rinascere un piccolo e sperduto centro di
poco più di 300 abitanti. (ANSA).
A Illegio il miracolo dell'arte, boom di visitatori
Presa di Cristo nell'orto degli ulivi, attribuita a Caravaggio