Friuli Venezia Giulia

Il viaggio di Giulio, tra storia e memoria

Prima tv su Rai Storia Rotta 230°. Ritorno alla Terra dei Padri

Redazione Ansa

(ANSA) - ROMA, 21 OTT - "Solo valigie di cartone e tanta speranza. Questo avevamo quando siamo arrivati a Fertilia. Un luogo che ci ha accolto bene e che abbiamo ripopolato, anche se la nostra casa, Pola, era a centinaia di chilometri di distanza.
    Ed era una cosa che faceva male, allora, soprattutto agli adulti". Giulio Marongiu, 86 anni ricorda così il suo arrivo a Fertilia, quando aveva 8 anni. Centinaia di miglia lontano dalla sua casa, Pola. Un destino condiviso con altre migliaia di italiani costretti a lasciare le coste adriatiche nel dramma del grande esodo giuliano dalmata. Ed è Giulio stesso a riannodare il filo della storia e della memoria ripercorrendo a ritroso quel viaggio e mettendosi materialmente al timone dell'imbarcazione Klizia, dalla Sardegna a Pola in "Rotta 230°.
    Ritorno alla terra dei padri" il film di Igor Biddau, prodotto da Gianluca Vania Pirazzoli per Time Multimedia, che Rai Cultura propone martedì 22 ottobre alle 21.10 in prima visione su Rai Storia a 70 anni da quel 26 ottobre 1954 in cui Trieste tornò a essere italiana. "Abbiamo ripercorso a ritroso, verso Pola - dice Giulio Marongiu - quel viaggio affrontato nel 1948 da una cinquantina di famiglie di esuli giuliano dalmati partiti da Chioggia: venti giorni di navigazione su 13 pescherecci per raggiungere Alghero e da lì, Fertilia, un posto da far rinascere e in cui rinascere come comunità".
    Con il "capitano" Marongiu un equipaggio speciale: il figlio Federico e Mauro Manca, fondatori dell'Ecomuseo Egea, Giuseppe Bellu, e Federica Picone che hanno portato il Klizia, su un mare non sempre calmo, da Alghero a Chioggia e poi Venezia, Trieste, Muggia e poi Capodistria, Pirano, Rovigno e Pola, in Croazia.
    "Questo viaggio che ho condiviso con mio figlio Federico anche nei momenti meno facili della navigazione - aggiunge Giulio - ha riassunto in sé tutte le emozioni, dal dolore alla riconoscenza, che hanno accompagnato la nostra vita. È una storia di rinascita, senza alcun colore politico, una storia di resilienza che credo sia utile trasmettere ai giovani, perché non dimentichino. E si rendano conto di cosa può significare dover lasciare tutto. E il tempo in cui viviamo lo rende drammaticamente evidente".
    Il film - presentato in anteprima alla 81ª Mostra Internazionale del Cinema di Venezia - è stato scritto da Mario Audino e Igor Biddau, e la voce narrante è quella di Roberto Pedicini, mentre Alina Person ha dato voce alla Sirena che ha idealmente "richiamato" Giulio Marongiu nella sua terra natia.
    Le musiche del film - al quale partecipa anche l'attrice Isabelle Adriani - sono state create appositamente da Pinuccio Pirazzoli. (ANSA).
   

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