Friuli Venezia Giulia

Luzzatto, il mio libro nasce dal dubbio sui cattivi maestri

Il vincitore del Premio Friuli Storia 2024 con Dolore e furore

Redazione Ansa

(ANSA) - UDINE, 25 OTT - "Questo libro nasce anche dal dubbio sui maestri: se fossero effettivamente dei cattivi maestri o se il movimento estremista della lotta armata fosse andato avanti per conto suo, indipendentemente dalle lezioni che quei ragazzi avevano appreso nel mondo dell'università o altrove". Lo ha detto in occasione del Premio Friuli Storia 2024 lo storico Sergio Luzzatto, autore del volume "Dolore e furore. Una storia delle Brigate Rosse" (Einaudi), con il quale ha vinto l'11/a edizione del riconoscimento istituito dall'omonimo sodalizio culturale diretto dal professor Tommaso Piffer, docente all'ateneo friulano.
    La cerimonia di consegna è in programma domani a Udine. Con il vincitore dialogherà il direttore del quotidiano Secolo XIX Michele Brambilla, autore del volume "L'eskimo in redazione.
    Quando le Brigate Rosse erano sedicenti" (Ares), mentre a introdurre la serata sarà il presidente di Friuli Storia, lo storico ed editorialista Ernesto Galli della Loggia.
    Interverranno anche i finalisti dell' edizione 2024, gli storici e saggisti Michele Todero e Filippo Triola.
    "C'era pure un altro aspetto che mi è sembrato da subito interessante - ha aggiunto Luzzatto - il motivo per cui la lotta armata abbia avuto successo in Italia, e in parte in Germania, ma non altrove, dentro a una temperie come quella del Sessantotto che era invece internazionale. L'Italia - ha proseguito - dal punto di vista del movimento ha seguito una dinamica che ha coinvolto tutto l'Occidente. Poi però la dimensione del terrorismo ha colpito l'Italia in maniera più severa che altrove".
    Partendo da questa considerazione, Luzzatto si è chiesto "perché quel movimento per molti aspetti emancipatore, libertario e progressivo, che è stato il Sessantotto sia diventato sempre di più un'altra cosa, e perché sia successo in Italia e non altrove". Il libro si apre con due lettere scritte nel 1969-1970, nelle quali due giovani "parlano del progetto di fondare una società comunista - ha detto l'autore - e dieci anni dopo uno sparerà all'altro, a un compagno operaio e comunista come lui. Mi è sembrato che tutto questo dolore e tutto questo furore - ha concluso - potessero essere raccontati solo così, mettendo a fuoco questi personaggi e facendo una storia locale".
    (ANSA).
   

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