Friuli Venezia Giulia

L'aquila reale Leonardo liberata nei cieli del Fvg dopo le cure

Lunga riabilitazione nel centro di recupero dell'ateneo di Udine

Redazione Ansa

(ANSA) - UDINE, 06 DIC - Dopo un lungo periodo di recupero, l'aquila reale Leonardo è tornata a volare sopra le Alpi del Friuli Venezia Giulia. Rinvenuta nel 2023 in gravi condizioni di salute, l'aquila è stata curata e riabilitata nel Centro di recupero della fauna selvatica dell'Università di Udine. Il rilascio è avvenuto nella Riserva regionale naturale del Lago di Cornino di Forgaria, con l'introduzione di un dispositivo Gps satellitare, mai utilizzato prima - informa l'ateneo - su questa specie nelle Alpi orientali, per monitorarne i movimenti. L'aquila, che era stata trovata in gravi condizioni di denutrizione e con lesioni al petto, è stata sottoposta a trattamenti intensivi grazie all'intervento di un'équipe veterinaria del Centro di recupero. Le sue condizioni sono migliorate progressivamente e prima del rilascio è stato applicato un anello metallico identificativo per il monitoraggio futuro.
    Leonardo è stato liberato in una zona strategica per garantire una fonte sicura di cibo, essenziale nel periodo critico post-liberazione. In Friuli Venezia Giulia la popolazione di aquile reali è limitata a poche decine di coppie e l'intervento contribuisce alla conservazione della specie.
    L'aquila reale è simbolo del Fvg e della fauna delle Alpi, ma la specie è a rischio di diminuzione numerica a causa di fattori ambientali e antropici. "Tra le principali cause di questa condizione - spiega il responsabile veterinario del Centro di recupero, Stefano Pesaro - c'è l'abbandono delle pratiche agricole tradizionali, che ha favorito la riforestazione a scapito dei pascoli alpini aperti, habitat essenziali per la caccia dell'aquila. Inoltre, infrastrutture come impianti sciistici, parchi eolici e un turismo non regolamentato disturbano i siti di nidificazione. A ciò si aggiungono problematiche come l'avvelenamento da piombo e i cambiamenti climatici, che alterano i cicli stagionali e intensificano la competizione con altre specie di rapaci". (ANSA).
   

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