Friuli Venezia Giulia

Il calcio piange il Ragno Nero, morto a 89 anni Cudicini

Triestino, esordì nell'Udinese. Nereo Rocco lo volle al Milan

Redazione Ansa

(ANSA) - ROMA, 09 GEN - Due giorni dopo la gioia per il trionfo in Supercoppa, il Milan si trova a dire addio a uno dei suoi giocatori più iconici, Fabio Cudicini, che si è spento oggi all'età di 89 anni. Soprannominato il 'Ragno Nero', con il club rossonero ha vinto praticamente tutto dal 1967 al 1972, anno in cui chiuse la carriera: Coppa dei Campioni, Intercontinentale, scudetto, Coppa delle Coppe, Coppa Italia. Una bacheca a cui si aggiungono un'altra Coppa Italia e una Coppa delle Fiere conquistate con la Roma dove aveva giocato, dopo gli esordi nell'Udinese, per ben otto stagioni, dal 1958 al 1966, guadagnandosi invece nella Capitale il soprannome di 'Pennellone' per via della sua altezza.
    Nato a Trieste il 20 ottobre 1935, Cudicini era cresciuto nelle giovanili dell'Udinese per poi passare alla Roma e infine al Milano dove lo volle fortemente Nereo Rocco malgrado lo scetticismo di chi lo riteneva ormai in parabola discendente, e invece il Ragno Nero ("Black Spider", come venne ribattezzato dalla stampa britannica dopo due grandi prestazioni a Glasgow e Manchester) fu decisivo per tutte le vittorie rossonere di quel fortunato periodo. E proprio il Milan è stato il primo club a ricordarlo con queste parole postando anche una sua foto sui social: "La tela del Ragno sul nostro Cuore rossonero. Per sempre. È scomparso Fabio Cudicini, campione di tutto con il Milan, grande portiere e grande persona. Le condoglianze di tutti i rossoneri al figlio Carlo, cresciuto nel club, e a tutta la famiglia. Ciao Fabio".
    Paragonato al mitico Lev Jascin, anche per il completo nero, era dotato di fisico slanciato, essenziale negli interventi ma poco spettacolare, Cudicini è entrato nella storia del Milan anche come para rigori. Detiene un record di imbattibilità a San Siro di 1132 minuti che resiste ancora oggi. Nonostante i successi col suo club, il portiere non giocò mai in Nazionale, dove erano quasi inamovibili allora Ricky Albertosi e Dino Zoff.
    Venne solo chiamato a dare da riserva al secondo durante le qualificazioni ai Mondiali 1970.
    Quella dei Cudicini è stata una piccola dinastia del calcio, dato che il padre Guglielmo, 'Mino', era un difensore che nel primo dopoguerra militò a lungo nella Triestina dove fu anche compagno di Rocco, mentre il figlio Carlo ha seguito le sue orme tra i pali, facendo fortuna in Inghilterra tra il Chelsea e il Tottenham. Cudicini fu ammesso già anni fa nella Hall of fame della Roma e del Milan. (ANSA).
   

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