(ANSA) - PORDENONE, 12 MAR - Nel 2023 sono stati 629 gli
operatori del sistema sanitario pubblico vittime di violenza
fisica o verbale; due terzi di questi sono donne. In
particolare, si tratta di infermieri (365) e Oss (113), ma
anche, sebbene in misura molto più contenuta, di medici
chirurghi (70) e altre figure professionali, come anche le
assistenti familiari.
Le aggressioni, ricorrenti in tutte le fasce orarie, non
riguardano soprattutto i pronto soccorsi (71), bensì le aree di
degenza degli ospedali (135) e gli ambulatori (64), oltre ai
servizi psichiatrici anche territoriali e per le dipendenze. Gli
atti di violenza sono specialmente di natura verbale (420) a
fronte dei 141 casi di aggressioni fisiche e derivano in massima
parte da utenti e pazienti (343 casi segnalati), oltre che da
parenti, caregiver e conoscenti (128). "Purtroppo le aggressioni
sono sempre più frequenti e rappresentano il più importante
fattore di rischio professionale per la salute degli operatori
sanitari", ha spiegato per la Cisl Fvg, la segretaria Renata
Della Ricca.
Per la Cisl Fvg, uno dei punti fondamentali riguarda le
misure previste per decreto nel 2024 a contrasto del fenomeno:
"E' chiaro - ha incalzato Della Ricca - che si tratta di misure
insufficienti e che andrebbero implementate ulteriormente anche
per favorire un rinnovato rapporto di fiducia tra cittadini e
personale sanitario". (ANSA).
In Fvg 629 aggressioni al personale sanitario in un anno
Due terzi vittime sono donne. Cisl, 'implementare misure tutela'
