Lazio

Processo Cucchi, Pg: condannare tutti gli imputati

Al via processo appello, in primo grado pena solo per 5 medici

Redazione Ansa

Ribaltare la sentenza di primo grado e condannare tutti gli imputati del processo per la morte di Stefano Cucchi, il geometra romano arrestato per droga e deceduto una settimana dopo in ospedale. Lo ha ha chiesto il Pg, Mario Remus, nel processo d'appello. In primo grado furono condannati solo 5 medici.

La richiesta del pg è arrivata a conclusione della sua requisitoria nel processo d'Appello davanti alla Prima Corte d'assise d'appello di Roma. In primo grado gli agenti e gli infermieri erano stati assolti dalla Terza Corte d'assise; erano stati condannati solo i medici a pene comprese tra i 2 anni e 1 anno e 4 mesi. Per l'accusa Cucchi fu pestato nelle celle del palazzo di Giustizia poco prima dell'udienza di convalida del suo arresto, abbandonato da medici e infermieri che lo ebbero in cura nel reparto detenuti dell'ospedale Pertini.

Stefano Cucchi fu 'pestato', ma l'aggressione avvenne dopo l'udienza di convalida del suo arresto per droga. E' il colpo di scena emerso in aula dalle parole del Procuratore generale. Secondo l'accusa sostenuta in primo grado, Cucchi era stato picchiato nelle celle del Palazzo di Giustizia poco prima dell'udienza di convalida.

Tutto ciò ha consentito al Pg di giungere a una richiesta di condanna anche per gli agenti della penitenziaria che ebbero in cura Cucchi, e che in primo grado erano stati assolti. "C'è la prova che Stefano non avesse segni di aggressione violenta prima di arrivare in udienza - ha detto il Pg - L'aggressione è avvenuta dopo l'udienza di convalida dell'arresto e prima della sua traduzione in carcere". Tant'è che "in udienza ha battibeccato, si è alzato più volte, ha scalciato un banco; certo non avrebbe potuto farlo e fosse stato fratturato". Per il rappresentante dell'accusa "la localizzazione delle lesioni sul corpo di Stefano non porta a credere che siano state causate da una caduta accidentale, bensì da una aggressione vera e propria. Stefano era di una magrezza eccezionale; il suo esile corpo ha scattato la fotografia di un'aggressione volontaria e intenzionale". La certezza espressa dal Pg Remus è che Stefano Cucchi "è stato aggredito dagli agenti della Polizia penitenziaria che lo avevano in custodia".

Pg, da medici cure inadeguate, sì omicidio colposo - I medici che ebbero in cura Stefano Cucchi nel reparto detenuti dell'ospedale Pertini di Roma, struttura nella quale morì una settimana dopo il suo arresto, offrirono "cure inadeguate"; e "lo dicono chiaramente i numerosi consulenti che sono stati sentiti in udienza nel corso del processo di primo grado" Lo ha sostenuto il Pg Remus nella sua requisitoria al processo d'appello al termine della quale ha chiesto la condanna dei medici e degli infermieri imputati. Per il rappresentante della pubblica accusa, correttamente i giudici di primo grado hanno condannato i medici per omicidio colposo (5 su sei, l'ultimo fu condannato per falso); cosa diversa per gli infermieri di cui ha chiesto la condanna, ribaltando la sentenza assolutoria disposta dalla III Corte d'assise. "La trascuratezza dei medici appare ingiustificabile - ha detto il Pg Remus - Stefano entra in stato di detenzione in condizioni fisiche già precarie, magro, emaciato, con poca massa muscolare. Era un paziente fisicamente difficile che richiedeva cure particolari e non ordinarie". E le condotte contestate agli infermieri, secondo la pubblica accusa, sono accomunabili a quelle dei medici; anche se per entrambi "non ci fu una deliberata volontà di non curare Stefano".

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