"Vorrei una società che non mi faccia sentire in colpa perché ho fatto tre figli e faccio il medico!". A dirlo è una delle 800 donne che ha partecipato all'indagine su "Maternità e lavoro" realizzata a Roma dall'associazione Il Melograno con il contributo dell'associazione Orares e il patrocinio del I Municipio. Una "fotografia" senza sconti da cui emerge chiaramente che la nascita di un figlio si concilia a fatica con il proprio ruolo del mondo del lavoro: il 78% delle donne infatti dichiara di aver avuto un peggioramento delle proprie condizioni al rientro dalla maternità. E anche se il campione non è raccolto a livello nazionale, riguardando il municipio centrale della Capitale, può essere ritenuto significativo per la situazione generale delle mamme italiane.
Se da una parte si segnala come nella maggioranza dei casi (51%) le donne abbiano mantenuto lo stesso lavoro di prima, dall'altra le percentuali di coloro che hanno visto un forte cambiamento sono significative: cambio nella tipologia di contratto (8%), cambio di ruolo, mansioni, ambiente (21%), perdita (8%) o cambio di lavoro (12%).
Tra le difficoltà più forti che vengono segnalate da queste donne c'è la rigidità nell'organizzazione del proprio lavoro e di conseguenza la fatica nell'occuparsi dei propri figli. Un elemento che assume importanza se incrociato con l'età che aveva il bambino al momento del rientro dalla maternità: il 48% delle madri è tornata al lavoro quando il bimbo aveva meno di 6 mesi. Nella cura e nella crescita dei figli (dalla nascita e nei primi anni di vita) il supporto maggiore sembra essere cercato e organizzato all'interno della famiglia e delle mura domestiche (padre 71%, nonni 58%, baby sitter private 31%, aiuto nel lavoro domestico 22%, amici e vicini di casa 6%). Naturalmente sono elevate le percentuali di coloro che rispondono di aver trovato sostegno nelle strutture educative (asili nido comunali 39%, privati 22%, scuole dell'infanzia 15%), ma spicca su tutte l'organizzazione aziendale che raggiunge a fatica il 2% delle risposte, evidentemente non considerata funzionale.
Tra le misure che erano ritenute utili alla conciliazione della vita lavorativa e familiare al primo posto, con ben il 76% delle preferenze, la richiesta di un maggior numero di asili nido pubblici. Al secondo posto la necessità di avere tempi e luoghi di lavoro flessibili (67%). Il 61% poi considera un "servizio" fondamentale una diversa cultura aziendale.
"La maternità, come ogni fase di passaggio e di cambiamento, - spiega Romana Prosperi Porta, presidente de Il Melograno - rappresenta per una donna un momento di grande arricchimento interiore, di creatività, e dovrebbe rappresentare un evento che aggiunge valore, qualità ed efficacia ad un'organizzazione produttiva. Troppo spesso invece, viene vissuta e percepita in antagonismo all'attività lavorativa".
Il progetto, che sarà scaricabile su www.melogranoroma.org, sarà presentato domani alle 10 in una tavola rotonda alla Città dell'Altra Economia nella Sala Convegni Testaccio, all'interno del Campo Boario dell'ex-Mattatoio. Contemporaneamente per i bambini ci saranno attività di laboratorio e di animazione.
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