Secondo fonti della Procura di Roma "non ci sono riscontri dei trasferimenti di soldi da parte di Gianni Alemanno all'estero" citati da Luca Odevaine nelle intercettazioni. Odevaine, arrestato nell'ambito dell'inchiesta Mafia Capitale, parla dell'ex sindaco circa "quattro viaggi in Argentina con valigie piene di contanti".
"Come viene confermato oggi dalla Procura di Roma - dice Alemanno - la notizia dei miei viaggi in Argentina per portare soldi è totalmente e manifestamente infondata. Questa notizia nasceva da un'intercettazione di una persona a me evidentemente ostile, come Luca Odevaine, braccio destro di Walter Veltroni, da me allontanato dagli incarichi con il Comune di Roma". "Inoltre - ha continuato l'ex sindaco - l'idea che io e mio figlio allora minorenne ci recassimo dall' altra parte del mondo per portare soldi, non solo può apparire folle a qualsiasi giudizio equilibrato ma è facilmente riscontrabile attraverso i nostri passaporti. Infatti già ieri dalle carte risultava che gli inquirenti, dopo le opportune verifiche, avevano scartato questa pista. Tutto ciò non ha impedito agli organi di informazione di dare la massima evidenza a questa notizia e io oggi chiedo che uguale risalto venga dato alla smentita proveniente dalla Procura: non solo non ho mai portato un euro fuori dalle frontiere ma ho dovuto, come più volte spiegato, vendere una casa e accendere un mutuo per pagare i miei debiti della mia campagna elettorale. Anche questo è facilmente riscontrabile sulle carte", ha concluso.
"Io - prosegue Alemanno - non ho mai conosciuto Carminati e un anno e mezzo fa, avendo letto articoli di stampa, avevo messo in guardia i miei collaboratori: loro mi hanno giurato che non avevano a che fare con lui. Difendo l'onore della destra romana - dice ancora l'ex sindaco - che è stata ed è fatta di tanti giovani che fanno un percorso di legalità, Carminati è più Banda della Magliana che politica e io non l'ho mai conosciuto, non ho mai avuto a che fare con lui. Che era in circolazione ancora l'ho letto sull'Espresso e così ho messo in guardia i miei collaboratori".
"Tutti avevano rapporti con Salvatore Buzzi perchè era una persona al di sopra di ogni sospetto". A proposito di una foto mostrata dallo stesso allora sindaco di Roma proprio durante un dibattito elettorale a Sky durante la campagna per le amministrative, nel quale veniva ritratto con Salvatore Buzzi, per confutare un altro 'scatto' nel quale Alemanno era assieme ad un esponente del clan Casamonica, l'ex primo cittadino sottolinea che mostrò la foto con Buzzi "perchè all'epoca lo consideravo persona al di sopra di ogni sospetto, era un esponente ed un capofila delle cooperative sociali, anche altre giunte erano in contatto con lui".
Valigette piene di contanti trasportate in Argentina dall'allora sindaco di Roma Gianni Alemanno, evitando i controlli all'aeroporto. E' quanto afferma Luca Odevaine negli uffici della Fondazione Integrazione parlando con Mario Schina, consigliere della cooperativa 'Il percorso' che si occupa di campi rom, e Sandro Coltellacci, collaboratore di Salvatore Buzzi, in una conversazione del gennaio scorso intercettata dal Ros dei carabinieri e riportata da numerosi quotidiani (Corriere della Sera, Repubblica, Stampa, Messaggero, Fatto Quotidiano, Mattino, Secolo XIX, Il Giornale, Il Tempo) Odevaine parla di una lite che Alemanno avrebbe avuto con un uomo ancora da identificare, il cui nome non viene citato. ''Abita in questo palazzo, che figlio di m... ha litigato con Alemanno... per soldi se so' scannati... ma sai che Alemanno si è portato via, ha fatto quattro viaggi lui e il figlio con le valigie piene de' soldi in Argentina, se so' portati con le valigie piene de contanti, ma te sembra normale che un sindaco... me l'ha detto questi de Polaria'', afferma Odevaine. ''E nessuno lo ha controllato?'', chiede Schina. ''No, è passato al varco riservato'', spiega Odevaine nell'intercettazione che si trova tra le carte dell'inchiesta della Procura di Roma. Schina quindi aggiunge: ''Pensavo che i soldi se li prendesse tutti lui, sembrava che il sindaco non toccasse, invece l'ha toccati però che il sindaco... due... tre, Panzironi 10, penso che gli equilibri erano quelli''. ''Poi ad un certo punto - prosegue Odevaine - deve essere successo qualche casino, ad Alemanno gli hanno fatto uno strano furto a casa''. ''Cercavano qualche pezzo de carta'', afferma Schina, e Odevaine: ''Credo hanno litigato perché Alemanno ha pensato che ce li ha mandati questo''. Molti quotidiani pubblicano anche la reazione di Alemanno all'intercettazione. L'ex sindaco definisce la questione ''una millanteria totalmente infondata. Non ho portato mai soldi all'estero, tantomeno in Argentina. Il furto di cui si parla è avvenuto ad ottobre 2013'', spiega, ed è stato denunciato: ''Basta aprire Google per constatare che è stato ampiamente pubblicizzato. Per quanto riguarda il viaggio in Argentina - prosegue l'ex sindaco - ci sono stato per pochi giorni con la mia famiglia e un folto gruppo di amici a Capodanno 2011-2012 per andare a vedere i ghiacciai della Patagonia''. Alemanno ribadisce la stessa posizione in un'intervista al Tempo: ''Vorrei che si ricordasse che il mio conto corrente è sotto zero. Per pagare i debiti contratti in campagna elettorale sono stato costretto a vendere un'abitazione e ad accedere un mutuo. Se avessi avuto un tesoro all'estero lo avrei fatto?''.
Leggi l'articolo completo su ANSA.it