I pm della Procura di Roma che indagano su Mafia Capitale hanno avviato accertamenti relativi ad un pestaggio, nell'aprile scorso, di un sottufficiale della Guardia di Finanza di Cisterna di Latina quando il militare stata svolgendo indagini su una società pontina che aveva avuto rapporti con la cooperativa di Salvatore Buzzi.
"A questa grande operazione, altre ne seguiranno a breve": così il procuratore capo di Roma, Giuseppe Pignatone ascoltato dalla Commissione parlamentare Antimafia. Pignatone ha anche fatto sapere che il Comune di Roma ha sospeso una gara per 25 milioni riguardante l'Ater "perchè si profilava un'affidamento alle società di Buzzi". "Ci potrebbe essere - ha fatto sapere ancora - una richiesta di commissariamento degli appalti se Cantone lo riterrà".
Intanto il sindaco di Roma, Ignazio Marino, in qualità di legale pro tempore di Roma Capitale ha firmato oggi l'atto con cui formalizza alla Procura della Repubblica di Roma la "costituzione dell'amministrazione quale parte offesa, nel procedimento che verrà instaurato a carico di Massimo Carminati e altri". L'atto precisa che la posizione di Roma Capitale è operata anche "in vista della futura costituzione di parte civile dell'amministrazione nel processo penale", per ottenere il risarcimento dei "danni morali e materiali conseguenti ai reati per cui si procede, che vedono il Comune quale parte offesa e danneggiata".
Buzzi in carcere in Sardegna - E' arrivato mercoledì nell'ala di alta sicurezza del carcere nuorese di Badu 'e Carros, Salvatore Buzzi, uno dei principali indagati nell'inchiesta Mafia Capitale insieme a Massimo Carminati, che ha portato negli ultimi giorni a decine di arresti. Buzzi, che è giunto in Sardegna a bordo di un volo di linea, è detenuto nel carcere nuorese in regime di alta sicurezza, con l'accusa prevista dall'articolo 416 bis (associazione per delinquere di stampo mafioso), insieme ad altri carcerati ritenuti pericolosi. Per ora è l'unico esponente dell'inchiesta trasferito in Sardegna e la scelta di Nuoro è stata dettata probabilmente per l'esigenza di tenerlo lontano dai luoghi nevralgici dell'indagine. Per questo è stato scelto il carcere di Badu 'e Carros anziché Regina Coeli dove sono detenuti altri indagati dell'operazione denominata Mondo di Mezzo. Buzzi è guardato a vista dal personale del penitenziario di Nuoro.
L'inchiesta sulla corruzione a Roma "sta a ricordare che, virtualmente, non c'è angolo dell'Italia che sia immune dall'infiltrazione criminale": è il commento pubblicato oggi nell'edizione internazionale del New York Times (Inyt) in una corrispondenza da Roma apparsa in prima pagina. "Perfino per un Paese in cui la corruzione è data per scontata nella vita quotidiana - osserva inoltre il quotidiano statunitense -, le rivelazioni hanno sbalordito i cittadini". Un'inchiesta, quella sulla mafia a Roma, che "solleva nuove domande circa la capacità dell'Italia di riformasi e soddisfare le richieste di una responsabilità di bilancio fatte dai suoi partner dell'eurozona". E il giornale non ha dubbi: "La diffusa e incontrollata corruzione di fondi pubblici rivelata dall'inchiesta è un'esempio della situazione che ha portato il debito pubblico dell'Italia ad uno dei livelli più alti in Italia".
IL PUNTO SULLE INDAGINI
Le mani non solo su Roma, ma interessi anche in Calabria. L'emergenza immigrati stuzzicava gli appetiti dell'organizzazione capeggiata da Massimo Carminati, ma per operare in quella terra era necessario il via libera della 'Ndrangheta. Da qui, e sullo sfondo di interessi comuni, un accordo con le cosche Mancuso di Limbadi, in virtù del quale le rispettive attività si potevano sviluppare senza intoppi. Un mutuo scambio: "lì comandiamo noi, qui loro". C'è anche questo nell'inchiesta su Mafia Capitale ed oggi i mediatori di quell'accordo, Rocco Rotolo e Salvatore Ruggiero, sono stati arrestati per associazione di tipo mafioso. Secondo la procura di Roma avrebbero assicurato il collegamento tra la cosca egemone nel vibonese ed alcune cooperative gestite da Salvatore Buzzi.
L'appalto per la pulizia del mercato Esquilino, a Roma, in cambio della protezione in Calabria alle cooperative della 'cupola' che si occupano dell'assistenza ai migranti. Questo l'accordo stipulato dai due gruppi criminali e scoperto dai carabinieri del Ros. "... in quella rete là comandano loro, poi in questa rete qua comandiamo noi!!... So passati 5 anni... t'ha toccato qualcuno là sotto?": Salvatore Ruggiero riassumeva così, in un colloquio con Salvatore Buzzi, il rapporto tra 'Ndrangheta e Mafia Capitale. Ai due arresti si aggiunge il sequestro di altre due coop riconducibili a Salvatore Buzzi da parte della Guardia di Finanza di Roma. Si tratta della '29 giugno Servizi' e di 'Formula Sociale'. Le due società, amministrate da persone ora indagate nell'inchiesta Mafia Capitale, avevano un giro d'affari annuo di 15 milioni di euro. L'inchiesta della procura di Roma sembra aver scoperchiato solo la punta dell'iceberg. Lo ha fatto capire, senza tanti giri di parole, il procuratore Giuseppe Pignatone in una seduta davanti alla Commissione Antimafia. "A questa grande operazione, altre ne seguiranno a breve", ha annunciato sottolineando che "la mafia non è l'unico problema di Roma e non è detto sia il principale". Poi, descrivendo la tipologia dell'organizzazione capeggiata da Carminati, Pignatone ha sottolineato la "capacità di ricorrere alla violenza per il raggiungimento di fini leciti e illeciti, e la soggezione verso l'interlocutore".
Quanto alle iniziative di Governo in materia di criminalità, il capo della Procura ha dichiarato che, insieme alle iniziative sulla prescrizione, sarebbe "estremamente utile qualche forma di sistema premiale" anche nel campo della corruzione. Intanto, si è tenuta la prima udienza del tribunale del riesame sui ricorsi presentati da cinque indagati. Il collegio presieduto da Bruno Azzolini si è riservato di decidere, entro domenica prossima, sulle richieste di revoca dell'ordinanza di arresto emessa nei confronti di Massimo Carminati, Riccardo Brugia, Fabrizio Franco Testa, Roberto Lacopo ed Emilio Gammuto.
I giudici dovranno pronunciarsi anche sull'aggravante del metodo mafioso contestato agli indagati e contestato dai loro difensori. Intanto il gip Flavia Costantini ha concesso gli arresti domiciliari ad Alessandra Garrone, compagna di Salvatore Buzzi. (di Francesco Tamburro)
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