Stavano aspettando l'autobus a una fermata alla periferia di Roma quando una Lancia Lybra lanciata a velocità insensata li ha falciati senza rallentare, uccidendo sul colpo una donna filippina di 44 anni. A terra sono rimaste altre quattro persone, tra urla e sangue sull'asfalto. La macchina pirata, inseguita da una volante della polizia che le aveva intimato l'alt poco prima, ha proseguito la corsa e investito altre due donne in motorino e un'altra a piedi.
I tre a bordo hanno poi abbandonato l'auto e due di loro sono fuggiti a piedi, con gli agenti alle calcagna. Una ragazza di 17 anni è stata quasi subito bloccata e successivamente arrestata. Altri due, di 17 e 19 anni, sono riusciti a dileguarsi e sono stati rintracciati soltanto 5 giorni dopo. Tutti e tre sono nomadi del campo della Monachina. E questo ha scatenato la polemica politica e rabbia e razzismo. La procura di Roma procede per omicidio volontario, reato che sarà contestato al conducente della macchina.
"Una scena apocalittica", così ha descritto un testimone quanto successo stasera nel quartiere di Primavalle, una borgata della capitale. La Lancia - secondo la questura - verso le ore 20 viaggiava a forte velocità su via di Boccea facendo zig zag tra le altre automobili. Una pattuglia ha intimato l'alt, ma il conducente invece di rallentare ha accelerato ancora nel tentativo di fuggire. Arrivato all'altezza della stazione metro Battistini della linea A - secondo la prima ricostruzione -, ha investito un gruppo di persone e proseguito ancora la corsa. L'inseguimento è durato alcuni chilometri - mentre la gente accorreva a soccorrere i feriti e chiamare il 118 - finché i tre non si sono fermati all'altezza di via di Montespaccato e scesi dalla macchina sono fuggiti.
"Meno male che li hanno catturati - commenta la famiglia di Corazon - ma non finisce qui. Vogliamo giustizia. Il governo e il sindaco deve fare qualcosa per la sicurezza di tutti i cittadini" hanno aggiunto..
Leggi l'articolo completo su ANSA.it