Tre i piani crollati nel palazzo del Lungotevere Flaminio a Roma. Il cedimento strutturale ha interessato settimo, sesto e quinto piano di un edificio al civico 70, vicino al teatro Olimpico. I lavori in un appartamento dell'edificio potrebbero aver causato il crollo. Nel mirino i lavori di ristrutturazione in corso nell'appartamento del quinto piano, dove sarebbero stati eliminati tutti i tramezzi, e sul sovraccarico del sesto, sulla cui terrazza - hanno raccontato alcuni testimoni - sembra ci fosse "una vera e propria giungla di piante", con vasi di cemento pieni di terra e acqua. Il sostituto procuratore Antonella Nespola, titolare del fascicolo nel quale si ipotizza il reato di crollo colposo di edificio.
Le testimonianze - "Adesso chi ha causato tutto questo deve pagare" ha detto l'inquilina che ha per prima dato l'allarme, la signora Agea. A chi le chiedeva se si rendesse conto di aver probabilmente salvato delle vite la donna ha risposto: "Non ho fatto nulla, ho solo chiamato i soccorsi".
"Io abito al quinto e sesto piano - riferisce Massimo Goffredo, 48 anni, architetto e residente del palazzo - Nell'appartamento accanto al mio, cioè quello del crollo, stavano facendo dei lavori, hanno rimosso dei tramezzi che 'collaboravano' con i muri portanti, cioè sostenevano parte del peso. Si vedeva dalla mia finestra. L'idea era un grande open space. Io non sapevo se avessero puntellato. Inoltre al piano di sopra - riporta - c'erano degli enormi e pesantissimi vasi di cemento, pieni di terra e acqua, per cui più volte avevamo protestato. A mio avviso il loro peso ha contribuito al cedimento".
Lo stabile crollato è del 1928, finito nel 1939, ed è costruito con determinati criteri strutturali. Tutto il resto dell'edificio infatti ha retto.
"Io - ha raccontato l'ingegner Andrea Ciacchella- abito al secondo piano del palazzo. A mezzanotte e venti l'inquilina del 7 piano ha sentito degli scricchiolii. Avendo contatti diretti con le forze dell'ordine, ha chiamato e sono accorsi i vigili del fuoco". E li ho fatti entrare anche a casa mia - ha affermato - ma da me non c'erano problemi. Allora siamo saliti al settimo piano, e c'erano delle aperture sul solaio, lungo la muratura. Per cui con i vigili del fuoco abbiamo ipotizzato un cedimento e concordato l'evacuazione. Al momento del crollo - prosegue - non ho visto nulla, c'era una grande nube, sembrava come le Torri Gemelle. Saranno state le 2 di notte, ma avevo perso la cognizione del tempo. I vigili del fuoco stavano per rientrare per un secondo sopralluogo - ha aggiunto - per fortuna non sono rientrati".
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